Da ibrido a plug-in: l’evoluzione delle auto a bassi consumi

Walter Gobbi

Le auto ibride nascono già negli anni Novanta in Giappone e negli Stati Uniti, ma cominciano a diffondersi in Europa solo all’inizio del ventunesimo secolo. Grazie alle sovvenzioni dei governi europei e alla crescente preoccupazione dei consumatori nei confronti dell’ambiente, l’ibrida è ben presto diventata l’auto ecologica per eccellenza, consentendo risparmio energetico ed emissioni ridotte senza rinunciare alla comodità e sicurezza dei veicoli tradizionali.

Con l’aumento delle vendite, le case produttrici di automobili hanno cominciato a creare modelli di auto ibride differenziati, secondo le richieste dei vari segmenti di mercato. Per questa ragione è ormai facile trovare station wagon, berline, coupé oppure monovolume in versione ibrida. Gli ultimi anni hanno visto l’avvento dell’ibrido plug-in, l’ultimo grido in fatto di vetture ecosostenibili.

L’auto ibrida plug-in, o PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) ha un motore a combustione interna e un motore elettrico come le auto ibride tradizionali, ma consente inoltre di ricaricare le batterie del motore elettrico tramite una fonte di energia elettrica esterna. Il termine “plug-in” si riferisce proprio alla possibilità di inserire una spina nell’apposita presa per compiere la ricarica. Grazie allo sviluppo tecnologico, queste auto in genere rilasciano emissioni di CO2 inferiori rispetto agli ibridi tradizionali.

Le batterie inserite nelle auto ibride plug-in si sono evolute nel corso degli ultimi anni, raggiungendo livelli di efficienza sempre più elevati. Le batterie di recente produzione durano più a lungo e si ricaricano più rapidamente dei modelli precedenti, garantendo un’ulteriore riduzione dei consumi di carburante. La diffusione di punti di ricarica sul territorio, inoltre, consente una maggiore comodità per i conducenti. In futuro è possibile che i tempi di ricarica vengano eliminati del tutto, grazie a un sistema di ricambio delle batterie scariche con batterie appena caricate.

Le auto ibride plug-in più famose in questo momento sono la plug-in Prius della Toyota e la Chevvy Volt della Chevrolet. A gennaio la Honda ha annunciato il lancio del suo primo ibrido plug-in, la Accord 2013, che consentirà di usare entrambi i motori (elettrico e a gasolio) contemporaneamente, oppure di scegliere soltanto uno dei due.

Sembra quindi che gli ibridi plug-in possano diventare le auto del futuro. Mano a mano che i sistemi di motorizzazione ibrida diventano più sofisticati, le distanze percorribili dovrebbero allungarsi, e i tempi di ricarica diminuire. Questo farebbe degli ibridi una delle tipologie di auto ecosostenibili più adatta alla diffusione su larga scala.

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