Uno sguardo d’insieme sul motorismo storico: la lista ACI e l’opinione del RIVS

Walter Gobbi

Il 2013 sarà un anno da ricordare per il motorismo storico: la sentenza della Cassazione che ha definitivamente sancito la non validità dell’attestazione ASI ai fini fiscali e l’ingresso di ACI storico sono solo la punta dell’iceberg di un mondo in continuo fermento. La situazione è poi amplificata dall’affacciarsi nel mondo delle vetture potenzialmente storiche di veicoli ultraventennali di dubbio valore storico. Perché se è vero che i benefici fiscali sono necessari per conservare il patrimonio di vetture storiche in Italia, rimane tuttora irrisolta la questione riguardante il come garantire che queste agevolazioni vadano a beneficiare solo i veri appassionati.

ACI si è tuffata nel motorismo storico proponendo una soluzione che molto sta facendo discutere: una lista di vetture da considerare automaticamente storiche. Proposta provocatoria, ma non risolutiva, perché, se è vero che leggi poco chiare e atteggiamenti di comodo hanno causato una paralisi del movimento e l’instaurarsi di un duopolio di fatto, è altrettanto vero che la proposta dell’Automobilclub fa acqua in diversi punti.

L’ente guidato da Sticchi Damiani coglie nel segno quando afferma che non è possibile che la concessione dei benefici fiscali sia collegata ad una quota da versare ad un’unica associazione, situazione questa che costringe di fatto il contribuente ad iscriversi solo ed esclusivamente all’ASI, o a versare ad essa una contributo. Perché l’effetto principale di tale situazione è quello di limitare altre realtà di spessore, presenti su tutto il territorio nazionale ed impegnate sullo stesso fronte – tra le più attive citiamo RIVS e AAVS – che vengono fortemente ridimensionate dalla rendita di posizione che ASI è riuscita ad accaparrarsi in forza dell’interpretazione errata di una legge (l’art. 63 delle L.342 del 2000).  Tuttavia con la propria proposta di una lista chiusa, ACI rischia di proporre un rimedio peggiore del male.

Se difatti si accetta di concedere indiscriminatamente a tutti i modelli presenti in una lista i benefici fiscali e assicurativi riservati ai veicoli storici, il rischio è quello di concedere questi benefici senza considerare l’effettiva storicità di questo o quel veicolo: elementi quali lo stato di conservazione e l’utilizzo del veicolo sarebbero assolutamente secondari con l’effetto inevitabile di concedere benefici fiscali anche a veicoli in stato di conservazione pessimo e utilizzati quotidianamente. Allo stesso tempo e in maniera speculare, modelli esclusi dalla lista, ma in perfetto stato di conservazione e utilizzati dai proprietari come veicoli storici, non potrebbero mai accedere ai benefici di cui sopra.

Dunque, se l’obiettivo dichiarato della lista è quello di limitare il proliferare di falsi veicoli storici e di favorire la conservazione di quelli veri, non è nella lista che sta la soluzione.

Invece una soluzione, tanto semplice quanto condivisibile, potrebbe essere quella di stabilire dei criteri oggettivi (numero di soci, presenza territoriale, anni di attività nel settore), rifacendosi alle normative internazionali sancite dalla FIVA, con cui riconoscere altri enti certificatori, come i già citati RIVS e AAVS, uniformando allo stesso tempo la tipologia delle certificazioni riconosciute dalla legge e le modalità e i criteri di emissione, evitando così esclusioni aprioristiche e potenzialmente dannose. Perché una sola cosa è certa: il principale criterio per stabilire se un veicolo sia storico o meno – al di là del pregio e dello stato di conservazione del veicolo stesso – è l’utilizzo che di quel veicolo si fa. Un veicolo è storico se partecipa a raduni e manifestazioni, e se è utilizzato a questo fine merita di essere considerato tale; così come meriterà il suo proprietario di godere di determinati vantaggi al fine di favorirne la conservazione a futura memoria. Una legge che premi la passione e il vero interesse a conservare un veicolo come storico: è semplicemente questo che serve per garantire la salvaguardia del patrimonio di veicoli storici in Italia.

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