Patente di guida, differenze tra esame di guida classico o da privatista 

giacomo mazzarella
patente
La patente di guida è il documento principale che serve ad una automobilista per mettersi alla guida di un veicolo per le strade italiane. Per essere in regola nel circolare con un’auto, è necessario conseguire la patente B. Si passa dagli esami, perché conseguire la patente prevede questo dal punto di vista del Codice della Strada. Ottenere la patente però non è gratuito, anzi, spesso espone l’interessato ad una spesa non certo irrisoria. La patente più diffusa, perché è più diffuso è il mezzo di trasporto che si può guidare con questo genere di documenti è senza dubbio la patente B. Per ottenere questo genere di documento si può scegliere la via del corso tramite le autoscuole (scuola guida) di cui il territorio italiano è stracolmo- Oppure passare alla via chiamata comunemente “da privatista”. Ed è proprio su questo che oggi andiamo ad affrontare le differenze con tutti i pro e i contro delle due strade, entrambe molto utilizzate in Italia.

Patente di guida, i pro e i contro di un esame classico o da privatista

In passato l’esame da privatista aveva più senso di oggi dal momento che era più facile ottenere la patente grazie a delle normative che forse erano poco ortodosse. Poco idonee per garantire i minimi livelli di sicurezza nell’affidare un documento di guida ad una persona priva della giusta esperienza. Anzi, oggi parlare di esami da privatista nel senso stretto della parola può avere un valore che può essere considerato soltanto simbolico. Dal momento che a volte anche come spesa i soldi da sborsare sono praticamente gli stessi. Per conseguire la patente B il candidato deve seguire prima di tutto un corso teorico e poi un corso pratico. Il corso teorico naturalmente è quello in cui il candidato deve studiare la segnaletica stradale, le regole previste dal Codice della Strada e anche qualche accenno sulla meccanica e sul funzionamento dei veicoli a motore. Il corso di pratica è quello fisico, perché si tratta di un corso con ore di guida da effettuare sulle auto adibite a scuola guida e con un istruttore abilitato.

Scuola guida, cosa cambia tra ordinario e da privatista

Per passare al corso di pratica bisogna prima, preventivamente, superare il corso di teoria. Anche in questo caso non è propriamente così perché nel momento in cui ci si iscrive in una scuola guida si inizia e si inizia il corso teorico. Venne rilasciato il foglio rosa che permette di iniziare a guidare anche un veicolo privato con a fianco un guidatore con la dovuta esperienza. Quindi anche prima di superare l’esame di teoria ci sono candidati che iniziano anche ad effettuare le varie guide che servono per affrontare l’esame finale che è quello pratico.

Esame di teoria ed esame di pratica, cosa sono?

L’esame di teoria ormai è così da diversi anni. Per ottenere la patente B per guidare l’auto oltre ad aver raggiunto la maggiore età, bisogna anche superare l’esame composto da 40 domande a risposta multipla. E senza fare più di quattro errori. In pratica bisogna rispondere vero o falso a 40 domande cercando di sbagliarne il meno possibile e di non superare i quattro errori che portano alla bocciatura dall’esame stesso. La digitalizzazione di molti degli adempimenti principali a cui i contribuenti sono assoggettabili ha invaso per forza di cose pure l’esame della patente di guida. Che adesso si svolge tramite un terminale presso gli uffici della Motorizzazione Civile. Superata la prova teorica si passa a quella pratica. Che consiste in prove fisiche di guida, dall’utilizzo dei comandi alle azioni di parcheggio, dalla prova sulla frenata alla inversione di marcia e per finire alla guida su percorsi urbani o extraurbani.

Quanto si spende per ottenere la patente di guida?

Il costo dell’esame da privatista è inferiore, perché basterà versare 56 euro direttamente alla Motorizzazione Civile. Sono le tasse da versare, tramite i classici bollettini postali prestampati o tramite i pagamenti online sul sito ministeriale del Portale dell’automobilista. Per l’esame finale però serviranno almeno 6 guide con un istruttore autorizzato dal Ministero dei Trasporti. Va considerato il costo delle guide, in genere intorno a 20 euro l’una. E poi l’iscrizione alla scuola guida dove si spende non meno di 200 euro. Bisogna fare i conto anche con i 55 euro di certificato medico, i 25 euro di diritti di prenotazione per l’esame e oltre 100 euro di spesa per l’auto con doppio comando da usare il giorno dell’esame. In totale tra 500 e 700 euro., questa la spesa che un candidato alla patente deve sostenere da privatista.

I vantaggi da privatista o con la scuola guida ordinaria

Una spesa da privatista che incrocia quella delle autoscuole ordinarie. Infatti si parte da 700/750 euro. Molto dipende dal numero di guide che il candidato decide di usare per imparare a guidare. Va anche detto che con il corso ufficiale in caso di bocciatura, una autoscuola in genere offre senza spese aggiuntive, il corso di recupero. Almeno per una sola volta. Un vantaggio netto questo. Che fa propendere la scelta verso la via ordinaria. Va detto che c’è da considerare anche gli orari, soprattutto del corso teorico. Non per tutti è facile stare in linea con gli orari in cui sono calendarizzati i corsi per esempio. Il che spinge spesso a cercare la via del privatista per evitare di essere assoggettato a questi vincoli di orario.

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