Nuovi dati immatricolazioni: crescono i numeri in Europa ma non in Italia

Walter Gobbi

Continuano ad uscire risultati per il settore auto, si calcolano le immatricolazioni europee e italiane e il confronto dei numeri mostra una sostanziale differenza. In Europa il numero di proprietari di automobili cresce ed è evidente dal numero di immatricolazioni, in Italia invece lo stesso dato rivela una diminuzione, in Italia l’acquisto e il mantenimento dell’automobile risulta essere sempre più un lusso insieme al pagamento dell’Assicurazione. Per quest’ultima i vari comuni italiani hanno messo su delle iniziative che propongono al Governo un pacchetto di leggi specifiche per diminuire l’impegno economico soprattutto per famiglie e lavoratori, mentre si cerca di uniformare e migliorare il premio per i guidatori meritevoli e abbassare l’RCA per i neopatentati. Ecco a proposito l’approfondimento di Teleborsa.  L’Italia è l’ultima ruota del carro in fatto di immatricolazioni. Ad affermarlo Federauto, specificando che “dei cinque grandi mercati europei: Germania, Spagna, Francia, Regno Unito, solo l’Italia a maggio chiude con un risultato negativo. Questo, a nostro avviso, è in linea con quello che sta accadendo negli ultimi anni. Ossia che siamo diventati l’ultima ruota del carro”, ha dichiarato il presidente della Federazione, Filippo Pavan Bernacchi, nel giorno della diffusione delle immatricolazioni europee. La soluzione proposta da Bernacchi si basa soprattutto su un alleggerimento fiscale, dopo sette anni di aumenti di IVA, IPT, bllo, accise, RC e pedaggi autostradali. Preoccupato anche il direttore dell’Anfia, Gianmarco Giorda, secondo il quale “passato l’effetto trainante, determinato, nei mesi scorsi, dal rinnovo delle flotte, in particolare del noleggio, il mercato italiano ha nuovamente evidenziato la sua debolezza, legata alla crisi dei redditi e alle difficoltà di accesso al credito per le famiglie, oltre agli elevati costi per l’utilizzo dell’auto. Facilitare l’accesso al credito per chi è intenzionato ad acquistare un’auto nuova, anche considerando il preoccupante progressivo invecchiamento del parco circolante italiano e incrementare la quota di mercato delle auto aziendali, allineandola a quella degli altri principali Paesi europei, attraverso una maggiore detraibilità dell’IVA e deducibilità fiscale dei costi, sono i primi interventi da mettere in campo con urgenza per arginare la flessione”.

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