BYD: stop alla produzione di batterie con celle a sacchetto

Natale LiVecchi Autore Auto
Sebbene il 2023 di BYD sia andato oltre ogni aspettativa, il costruttore cinese starebbe lottando contro una problematica spinosa
BYD
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Sebbene il 2023, appena conclusosi, di BYD sia andato oltre ogni aspettativa in termini di risultati, vendite e immatricolazioni, il costruttore cinese di veicoli elettrici, ibridi e batterie starebbe lottando contro una problematica particolarmente spinosa. La questione sarebbe legata proprio alle batterie destinate alla gestione stessa dei veicoli elettrici, perlomeno secondo quanto riportato da Reuters che ha sentito persone ben informate sulla questione.

La problematica che ha investito BYD in questi ultimi giorni sarebbe legata alle batterie dotate di celle a sacchetto, che il costruttore cinese avrebbe escluso da ulteriori piani produttivi in virtù di alcuni problemi legati a durabilità e a pericolosità insite nella concezione stessa delle batterie di questo tipo. Insomma, il costruttore cinese dei veicoli elettrici più venduti al mondo, a fine 2023, lotta contro una oggettiva pericolosità legata alle batterie che utilizza per l’alimentazione della parte elettrica dei suoi veicoli ibridi.

A certificare l’importanza destinata a tale scelta ci sarebbe la completa riconversione delle linee produttive delle celle a sacchetto, prodotte da BYD, in almeno due dei suoi stabilimenti presenti nelle province di Shaanxi e Zhejiang. La produzione si starebbe ora affidando a delle più sicure e affidabili batterie con celle prismatiche; è almeno questo il tenore delle indiscrezioni riportate sempre da Reuters.

Ad oggi BYD sta producendo le vecchie batterie con celle a sacchetto presso un solo stabilimento di proprietà

Rimane oggi solo un terzo stabilimento a garantire la produzione finale delle batterie dotate di celle a sacchetto. Si tratta della struttura di casa BYD presente nella provincia cinese del Qinghai, utile al momento per ridurre le possibilità di interruzione dell’intera produzione delle ibride a marchio BYD stesso: d’altronde i veicoli alimentati da propulsori endotermici abbinati a unità elettriche hanno rappresentato circa la metà delle vendite globali del costruttore, messe a punto durante tutto il 2023. Allo stesso tempo, entro l’inizio del 2025 anche lo stabilimento produttivo della provincia del Qinghai sarà convertito alla produzione di batterie a celle prismatiche, così come già si sta facendo con gli altri due.

Il costruttore cinese, interpellato da Reuters sulla vicenda, non ha risposto a eventuali commenti sulla situazione. Tuttavia le incertezze legate alle problematiche relative alle batterie dicono che BYD deve affrontare un set di sfide piuttosto importanti anche in tema di mercato interno, lì dove viene venduta la maggior parte dei veicoli ibridi a marchio.

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Va detto allo stesso tempo che non sono stati segnalati casi di problematiche alle batterie di questo tipo installate su veicoli a marchio BYD. Allo stesso tempo il costruttore ritiene che questa tipologia di batterie, caratterizzate da celle avvolte da uno pseudo sacchetto metallico realizzato mediante pellicole laminate in alluminio, siano maggiormente esposte alla perdita di elettroliti che potrebbe causare la spontanea combustione degli elementi o addirittura l’esplosione stessa della batteria. O almeno è questo ciò che emerge dalle indiscrezioni.

Le problematiche e i rischi sulle batterie con celle a sacchetto sono state già evidenziate da altri costruttori in passato

In passato altri costruttori automobilistici avevano evidenziato i possibili rischi derivanti dall’utilizzo di batterie con celle a sacchetto per applicazioni di questo tipo. Nel 2021 Volkswagen aveva già ammesso di aver posto da parte l’utilizzo di questa specifica tecnologia in tema di batterie, così come il CEO di Tesla, Elon Musk, aveva sconsigliato “vivamente” l’utilizzo di tali batterie per i suoi veicoli dal momento che la probabilità legata ad un imprevisto aumento della temperatura della batteria risultava essere “particolarmente elevata”.

Già nel 2022 BYD aveva richiamato oltre 60.000 unità dei SUV ibridi Tang DM-i che adottavano proprio batterie con celle a sacchetto, con un richiamo ufficialmente segnalato all’autorità di regolamentazione che citava un difetto del pacco batteria che poteva risultare soggetto ad una possibile “fuga termica”, riporta ancora Reuters.

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BYD si produce le proprie batterie autonomamente

Come è noto, i sempre più diffusi veicoli elettrici e ibridi plug-in adottano ormai tre tipologie di batterie; queste possono essere cilindriche, prismatiche o a sacchetto. Queste ultime, adottando un rivestimento appunto “a sacchetto” risultano più leggere delle precedenti ma sono maggiormente soggette a corrosione e potrebbero essere più esposte a rischi ad esempio in caso di incidente.

Nel 2021 BYD ha presentato le proprie batterie, sviluppate in maniera autonoma, per essere utilizzate sui veicoli ibridi del suo listino. Fra queste il costruttore cinese aveva presentato unità contenenti batterie con celle a sacchetto capaci di raggiungere un’efficienza di carica e scarica più elevata secondo parametri spesso richiesti da veicoli con propulsori PHEV. Proprio sugli ibridi plug-in BYD adotta questa tipologia di batterie, modelli che però per la maggior parte vengono venduti esclusivamente in Cina (con poche unità finite in Brasile) sfruttando quindi pacchi batteria realizzati in proprio e non acquistati da altri produttori.

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La volontà del costruttore è ora quella di sostituire le vecchie unità a sacchetto, sui veicoli PHEV, con batterie prismatiche di tipo “Short Blade” ovvero con struttura simile alla “Blade” utilizzata sulle elettriche di casa BYD con batterie prismatiche. Queste nuove unità avrebbero dimensioni inferiori in termini di lunghezza, almeno a sentire le indiscrezioni a cui è risalita ancora Reuters.

In termini strettamente finanziari non è chiaro, attualmente, quello che è l’impatto su BYD in relazione a questa particolare condizione specifica visto che il costruttore ha comunque registrato un utile da record durante il terzo trimestre dell’anno appena conclusosi: l’utile si è attestato sui 10,41 miliardi di yuan pari, al cambio attuale, a circa 1,33 miliardi di euro secondo un valore al rialzo dell’82,2% rispetto a quanto registrato a fine 2022.

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