L’industria auto sta attraversando un momento di forte squilibrio tra produzione e domanda. A lanciare lucidamente l’allarme è Li Shufu, fondatore e presidente del gruppo Geely, che in occasione di un forum dedicato all’automotive a Chongqing ha definito la situazione come contraddistinta da una “grave sovracapacità produttiva”. E dalla Cina, di questo tema, se ne intendono.
Secondo Shufu, la saturazione delle linee di produzione rischia di destabilizzare l’intero comparto, motivo per cui Geely ha scelto consapevolmente di non ampliare ulteriormente le sue capacità manifatturiere. Con marchi come Geely Auto, Volvo e Zeekr nel suo portafoglio, il gruppo rappresenta uno dei principali attori del settore in Cina, accanto a nomi come BYD e Chery. Dopo il recente ingresso nel mercato neozelandese, la strategia di Geely sembra orientata verso un’espansione qualitativa più che quantitativa.

Le dichiarazioni di Shufu arrivano poco dopo che le autorità cinesi hanno sollecitato un cessate il fuoco nella feroce guerra dei prezzi scoppiata tra i principali brand auto nazionali. Tutto ha avuto inizio quando BYD ha introdotto incentivi su oltre 20 modelli, innescando una reazione a catena che ha coinvolto anche Geely e Chery. Il Ministero cinese dell’Industria ha criticato duramente la spirale ribassista, affermando che “nessuno vince in una guerra dei prezzi”.
Nonostante l’avvertimento, BYD continua a spingere sull’acceleratore. Secondo quanto riportato da Stuff Motoring, la casa automobilistica ha in programma il lancio in diversi continenti di diversi nuovi modelli entro il 2026, tra cui il Denza, un sub-brand premium, e il compatto Seagull EV. Modelli come Sealion 5, Sealion 7 Dynamic e Sealion 8, insieme a una possibile introduzione del brand Fangchengbao (Formula Leopard), mirano a coprire più segmenti del mercato.

Nel corso del 2025 aumenteranno la propria espansione anche altri brand di auto cinesi come Smart (per la verità, joint venture Geely-Mercedes), Leapmotor, JAC, Omoda e Jaecoo. Tuttavia, l’afflusso massiccio di auto potrebbe scontrarsi con i limiti della domanda, dando concretezza ai timori di sovrapproduzione sollevati da Shufu. Il rischio è che l’eccesso di offerta possa alimentare ulteriori tensioni competitive in un mercato ancora in fase di assestamento.