Auto elettriche in Europa flop 2025: nonostante il doping, misero aumento sul 2022

I numeri sono impietosi: le immatricolazioni auto elettriche – nonostante il doping – vanno a rilento.
ricarica auto elettrica ricarica auto elettrica

Le immatricolazioni trimestrali di auto elettriche in Europa Occidentale emettono il verdetto impietoso: flop. Nel quarto trimestre 2022, circa 550.000 unità. Nel secondo trimestre 2025, targhe a circa 600.000. Solo 50.000 in più, ossia +9,1% (fonte Schmidt Automotive Research). Una miseria.

Advertisement
I numeri sono impietosi: le immatricolazioni auto elettriche - nonostante il doping - vanno a rilento.

Auto elettriche in Europa flop 2025: avanti pianissimo

Abbiamo ecobonus statali di ogni genere, mega sconti delle Case per evitare le multe UE di 16 miliardi di euro a chi vende troppe macchine, km zero che falsano i dati, molti mass media compiacenti, le lobby green fortissime che spingono per obblighi a carico di privati e flotte. Siccome le famiglie stanno alla larga dalle BEV, ecco l’idea di mettere nel mirino aziende e società di noleggio a lungo termine. Dopo tutti questi aiuti, ci si aspetterebbe numeri colossali. Invece, +50.000 in tre anni. L’auto elettrica ha l’arbitro a favore, gioca in 11 contro 8, si prende sempre vantaggi di ogni genere contro le termiche (vedi crociate dei governi nazionali e locali anti benzina e diesel), eppure esce sempre sconfitta. La BEV è davvero un competitor imbranato. Imbarazzante.

BEV in Europa: impossibile

Advertisement

D’altra parte, in Europa l’elettricità fa paura per il prezzo delle bollette, c’è poca concorrenza fra i fornitori (l’Antitrust in Italia è sempre più attivo in questo senso con sane mega multe), le colonnine sono poche (le veloci meno ancora) e distribuite male. I prezzi delle BEV sono altissimi, con valori residui da incubo. Si tratta di mezzi scomodi e cari nel Vecchio Continente. Di qui il tristissimo 15% di quota, col 5% in Italia pietoso. Nel 2026, l’UE discuterà di nuovo il ban termico, fronteggiando la disoccupazione crescente e l’effetto Cuba: tantissime auto termiche usate pur di stare alla larga dalle elettriche. Situazione paradossale: si arriva all’inverso del target green.

Cosa fanno le lobby green in difficoltà

  • Premono per l’obbligo delle BEV fra le flotte. Se l’elettrico piace così tanto, perché eliminare la libertà di scelta?
  • Mischiano spesso le carte, sovrapponendo e unendo le vendite delle PHEV ibride termiche a benzina plug-in con le BEV. Perché farlo se le elettriche sono scelte da tutti?
  • Continuano a parlare di elettriche che macinano record. Davvero 600.000 unità nel 2025, ossia 50.000 più che nel 2022, sono un successo? E allora che facciano da sole, senza ecobonus.
  • Insistono con le crociate anti termico: blocchi del traffico a motori sempre più puliti a benzina e diesel, Zone a Traffico Limitato con multe pesantissime a chi sgarra (in Italia 95 euro a botta).
  • Insistono con l’assurda e pericolosissima formula del leasing social per ceti meno abbienti.

La verità è che il mercato elettrico è una finta, un bluff: appena gli aiuti statali e le operazioni di lobbying a livello centrale e locale dovessero terminare, le BEV sarebbero costrette a gettare la maschera. Non le vuole nessuno in Europa. Visto che in USA Trump ha detto basta ai regali statali alle macchine a pila, resta la Cina: sì, lì vanno benone e le cose miglioreranno. Nel Celeste Impero ci sono condizioni adatte al boom elettrico: prezzi ragionevoli, colonnine, costo dell’energia elettrica, tutela dell’infrastruttura, sana competizione fra innumerevoli competitor.