Gli obblighi Ue trasformano le batterie esauste in oro

Valutato a circa 15 miliardi di dollari nel 2025, gli analisti prevedono che il mercato esploderà fino a superare i 75 miliardi di dollari.
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Il vero wild west, oltre la produzione di auto elettriche o elettrificate, sembra essere diventato lo smaltimento delle batterie. Infatti, il mercato globale del riciclaggio delle batterie per veicoli elettrici sembra dare nuova vita (sotto forma di denaro) ai rottami, ormai il nuovo oro. Valutato a circa 15 miliardi di dollari nel 2025, gli analisti prevedono che il mercato esploderà fino a superare i 75 miliardi di dollari entro il 2033, con un tasso di crescita annuo sorprendente del 25%.

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La ragione di questo boom non è solo l’altruismo ecologico, ma una pura e semplice urgenza economica e regolamentare. L’Unione Europea, infatti, impone il recupero del 95% dei materiali critici dalle batterie esauste, inclusi l’ambitissimo cobalto, il litio e il nichel. In pratica, le case automobilistiche sono costrette per legge a diventare “nuove miniere”, garantendosi così l’approvvigionamento di materie prime.

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I grandi player si stanno già muovendo. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha impegnato 44,8 milioni di dollari per abbassare i costi di riciclo, mentre colossi come Amazon hanno stanziato quasi 1 miliardo di dollari per accelerare l’elettrificazione delle loro flotte in Europa, spingendo indirettamente la domanda di riciclo delle batterie.

Si moltiplicano anche le joint venture. Realtà come LG Energy Solution e Derichebourg creeranno un impianto congiunto in Europa per recuperare metalli critici. Anche il patron del riciclo, Redwood Materials (fondata dall’ex CTO di Tesla), mira a recuperare fino al 98% dei metalli preziosi.

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Giganti come Glencore collaborano con Li-Cycle per valutare nuovi impianti Hub in Italia, mentre in India start-up come NavPrakriti e partnership come VinFast-BatX Energies cercano di ridurre la dipendenza dalle importazioni, trasformando le autovetture, i veicoli commerciali e persino i veicoli a due ruote dismessi in un flusso costante di materie prime preziose. Il futuro, insomma, non è solo elettrico, ma anche circolare e decisamente redditizio.