Auto cinesi, l’Unione Europea fa partire le indagini: Pechino sul piede di guerra?

M Magarini
L’Unione Europea accoglie l’appello contro le auto cinesi, con un provvedimento storico: da Pechino ci saranno ritorsioni?
Auto elettriche

“La Commissione sta avviando un’indagine antisovvenzioni sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina”. Ursula von der Leyen annuncia l’apertura delle indagini sulle auto cinesi. Negli scorsi giorni, l’autorevole testata Politico aveva già paventato lo scenario. O, per essere più precisi, aveva sottolineato la forte insistenza francese. Preoccupata per l’industria nazionale, l’amministrazione transalpina, capitanata dal premier Macron, ha esortato a lungo le istituzioni comunitarie affinché andassero a fondo sulla questione. In principio, le possibilità che ciò accadesse sembravano scarse. Difatti, non le avrebbero viste di buon occhio né a Berlino né a Bruxelles.

Auto cinesi: l’Unione Europea apre un’inchiesta

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Un alto rappresentante (il quale ha richiesto di restare anonimo), aveva definito inutile l’azione di Parigi. Ciò per via dei troppi interessi in ballo e gli effetti temuti sul gruppo Volkswagen. Il conglomerato di Wolfsburg ha, infatti, un rapporto di stretta indipendenza con le autorità di Pechino. E l’adozione di contromisure da parte di quest’ultima a eventuali ulteriori dazi doganali potrebbe sortire delle conseguenze pesanti. Addirittura si parla di far andare in rovina il Costruttore teutonico.

Eppure, le forti e reiterate pressioni hanno condotto ai risultati auspicati. Durante l’intervento sullo stato attuale dell’Unione al Parlamento Europeo, sono state fornite delle rassicurazioni alle aziende allarmate dalla disparità di trattamento tra le auto a zero emissioni realizzati in Ue e quelle cinesi.

La decisione è stata attribuita da von der Leyen alle difficoltà sofferte dalle aziende del Vecchio Continente, escluse in mercati esteri o vittima di pratiche predatorie. Spesso – ha proseguito – vengono indebolite dai competitor, che traggono beneficio di ingenti sussidi statali.

In particolare, le bev costituiscono un settore cruciale per l’economia pulita, con un enorme potenziale in Europa. Ma i mercati di tutto il mondo sono adesso inondati da esemplari a batteria più accessibili. E la ragione deve essere attribuita agli aiuti statali, che permettono di mantenere il prezzo basso, da cui un mercato distorto. E siccome non lo accettano dall’interno, non lo accettano dall’esterno.

Non è stato dimenticato il precedente dell’industria solare, quando tante start-up sono state buttate fuori dai concorrenti cinesi parecchio sovvenzionati. Le realtà pioniere furono costrette a gettare la spugna, dichiarando bancarotta, e i professioni di maggior talento si sono ritrovati costretti a cercare impiego all’estero.

Nel corso dell’inchiesta potrebbero essere valutata l’applicazione di dazi compensativi alle importazioni, da aggiungere al 10 per cento già applicato. Una presa di posizione è stata chiesta a gran voce e il vertice UE-Cina di fine anno consentirà di riferirlo alla controparte orientale.

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