Il noto ciclo di omologazione WLTP è stato introdotto nel 2017 per sostituire il vecchio NEDC e aveva l’obiettivo di rispecchiare le condizioni di guida reali e mettere fine alla solita farsa dei consumi ufficiali. Ebbene, potremmo dire che l’obiettivo è stato clamorosamente mancato.
I dati raccolti dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, che ha meticolosamente esaminato i consumi effettivi di carburante o energia (registrati da dispositivi di bordo o durante la manutenzione) di diversi veicoli dei principali costruttori immatricolati dal 2021, svelano una realtà imbarazzante. C’è poco da commentare, perché le nostre auto consumano in media il 18% di carburante in più rispetto a quanto specificato sulle carte pubblicate dai marchi.

Questa discrepanza è la dimostrazione che, sebbene la procedura WLTP abbia ridotto l’abisso rispetto al NEDC, la comunicazione ai consumatori della realtà dei consumi è ben lungi dall’essere precisa. Nel dettaglio dello studio, analizzando i quindici principali marchi venduti in Francia, emergono dati che fanno discutere, e in alcuni casi persino sorridere.
Al vertice del disallineamento, con un +29% per le versioni benzina, troviamo Renault, seguita a ruota da Dacia con un preoccupante +26,9%. BMW (sempre a benzina) si assesta su un lussuoso +25,8% e Mercedes non è da meno con un +23,5%. Proprio questi dati, in particolare la netta differenza di consumo tra i proprietari di marchi premium e i guidatori di marchi più accessibili, sono oggetto di dibattito. Numeri alla mano, non è decisamente una discrepanza che si riscontra in chi guida Mercedes e BMW, ipoteticamente i più “aggressivi al volante”. Oppure dobbiamo pensare che chi guida Renault e Dacia è molto, per così dire, generoso sui pedali?

Un elemento da non trascurare, però, è che nel calcolo della media sono inclusi anche i furgoni, veicoli commerciali spesso guidati con carichi pesanti, dove Renault è un attore principale, a differenza di Skoda che non li offre. In controtendenza, a meritare un applauso per l’onestà troviamo Toyota (a benzina), che con un modesto +10,9% è il marchio con la minor discrepanza.
Ma il vero spettacolo, la punta dell’iceberg della bugia, si nasconde nel mondo degli ibridi plug-in (anche chiamati PHEV). Questi veicoli sono da tempo criticati per avere dati sui consumi completamente slegati dalla realtà, ma i numeri sono sbalorditivi.
Secondo i dati raccolti, la discrepanza media tra consumi ufficiali e reali in alcuni casi supera ogni immaginazione: Porsche registra un esagerato +278%, Toyota non fa certo meglio con un +358%, e il record va a Volvo, con un clamoroso +379%. In pratica, l’emissione reale di questi veicoli è fino a cinque volte superiore ai dati ufficiali, a dimostrazione che il ciclo WLTP sui PHEV è poco più di una fantasia.
 
			 
				 
				
 
						 
					 
										 
										 
										 
										 
										