Per mesi la narrativa ultra green ci ha parlato di future E-Car piccolissime: micro macchinine. Si arriva a oggi e si scopre che la lunghezza massima è di 4,2 metri, per via della proposta della Commissione UE. Ossia un’utilitaria post 2035. Vediamo di chiarire, perché è relativo: negli USA un mezzo di quelle dimensioni fa sorridere, su strade immense e anche per questione di mentalità; in un centro urbano soffocato da corsie corsie ciclabili, diviene un veicolo utile.
E-Car del futuro: il prepotente ritorno della Fiat Uno
Dopo mille riunioni, ripensamenti, progetti, studi, ricerche, commissioni, tavole rotonde, scienziati e luminari automotive, pensatori, filosofi, ecco la Commissione UE sfornare la vecchia cara Fiat Uno.
Lo sappiamo. Non avrà il motore Fire o – meglio – non ci sarà la versione Turbo. Il mezzo che risollevò le sorti dell’industria automobilistica. Con una spruzzata di Fiat 127. Fra annunci, ammiccamenti e retromarce con grattata in discesa, spunta la macchina utile per la famiglia felice. Sì: dentro non c’è l’orribile e demoniaco motore a benzina, colpevole di ogni male sul globo terracqueo. Abbiamo invece una batteria.
Lanciata nel 1983 per sostituire la gloriosa 127, è diventata una delle auto più vendute della storia, con 9 milioni di esemplari prodotti. Disegnata dal divino Giorgetto Giugiaro, la Uno ruppe col passato grazie a una linea alta e squadrata. Il design le permetteva un’abitabilità eccezionale per le dimensioni esterne (3,64 metri). All’epoca il mondo tremava quando si trovava innanzi a sé l’Europa e l’Italia automotive: concretezza, praticità e genio miscelati per prodigi industriali. Altroché.

L’E-Car a tutto E come Europa: problematico assai
E qui le cose si complicano. Perché l’accumulatore della E-Car dev’essere europeo. La purezza della pila. Come fai a ottenere un prodotto solo Made in UE? Oggi, alle soglie nel 2026, in un pianeta Terra interconnesso dove la Cina è tecnologicamente ultra dominante, non ce la farai mai. Il Dragone controlla batterie, minerali, terre rare. CATL e BYD sono i sovrani assoluti e indiscussi, con qualche spruzzatina di Corea del Sud e un tocco di States.
Ma davvero l’UE pensa che il più gigantesco dei produttori nostrani possa fare a botte con BYD, il quale dispone di 120 mila addetti (pagati bene) nel reparto ricerca e sviluppo? Nell’elettrico (piccolo, medio, enorme e immenso) o divieni amico della Cina oppure sei un morto che cammina.
Un regolamento per le Fiat Uno del futuro
Le simpatiche e allegre Small Affordable Cars necessiteranno di modifiche del regolamento (UE) 2018/858: introducono una nuova sottocategoria di vetture della categoria M1 (M1E), basata su una lunghezza massima di 4,2 metri. La Commissione congelerà i requisiti di questa categoria per un periodo di 10 anni. Questa definizione armonizzata di auto elettriche semplificherà il lavoro degli Stati membri e delle autorità locali nell’istituzione di regimi fiscali (ossia sovvenzioni all’acquisto, tasse, esenzione dai pedaggi stradali) e non fiscali (ossia tariffe di parcheggio basate sulle dimensioni, tariffe scontate, accesso privilegiato alle corsie o ai parcheggi). Obiettivo: promuovere l’adozione di veicoli elettrici.
Prima del 2035, le case automobilistiche potranno beneficiare di supercrediti per le E-Car prodotte nell’Unione Europea: questo dovrebbe essere un incentivo ai costruttori di veicoli a produrre e commercializzare volumi più elevati di questi mezzi.
