Northvolt, ora si attiva Scania

Dario Marchetti Autore
L’intervento sulla produzione si aggiunge ai finanziamenti per 100 milioni di dollari già stanziati
Camion elettrico Scania

È da registrare un nuovo capitolo nella storia della crisi di Northvolt, il produttore di batterie elettriche svedese sull’orlo del fallimento. In suo aiuto, infatti, è intervenuta anche Scania, l’azienda nota per la produzione di camion, con l’intento di aiutarla nella gestione quotidiana del suo stabilimento principale posizionato nel nord della Svezia. Un disperato tentativo di aumentare la qualità e la produzione presso il produttore di batterie per veicoli elettrici in difficoltà, e consentirgli di concentrarsi sul reperimento dei fondi necessari per la propria sopravvivenza.

Northvolt: cosa sta accadendo?

Dal passato mese di novembre, Scania sta inviando membri del suo staff allo stabilimento Ett di Northvolt a Skelleftea, 200 chilometri sotto il Circolo Polare Artico. A rivelarlo sono dei documenti ad uso interno dell’azienda nota per essere stata la grande speranza europea per la produzione di batterie per auto elettriche, esaminati dall’agenzia di stampa Reuters. Al loro interno è delineata la strategia di supporto di Scania all’interno dello stabilimento ove lavorano circa 2.500 addetti.

Camion elettrico Scania

A conferma dei documenti ci sono anche le testimonianze di quattro lavoratori Northvolt, i quali hanno dichiarato alla Reuters di aver visto dipendenti della Scania, riconoscibili dal braccialetto arancione da visitatore, all’interno della fabbrica negli ultimi mesi. Una delle fonti interpellate ha aggiunto che ciò sarebbe accaduto anche nel corso di questa settimana.

La stessa Scania, interpellata da Reuters, non ha avuto difficoltà ad ammettere il contributo prestato per l’avvio della produzione. E di aver provveduto all’invio di personale presso lo stabilimento di Northvolt Ett per un certo periodo, rifiutando però di rilasciare ulteriori commenti. Il piano di supporto, che non è stato reso noto, prevede che ogni membro dello staff Scania sarà affiancato da un responsabile di turno o da un team leader di Northvolt in modo da allenare le squadre e “contribuire contemporaneamente a promuovere miglioramenti e implementare gli standard”. Almeno questo è quanto possibile leggere in una presentazione interna datata inizio novembre. la stessa Reuters non è comunque riuscita a stabilire il numero esatto dei dipendenti Scania coinvolti nell’iniziativa.

Scania è l’unica azienda ad aver accettato di muoversi per salvare Northvolt

Northvolt doveva essere la risposta europea alle aziende cinesi nella produzione di batterie per veicoli elettrici. Una speranza trasformatasi ben presto in incubo, sotto forma di una riduzione drastica in termini dimensionali e nella presentazione dell’istanza di fallimento ai sensi del Chapter 11 che regola queste situazioni negli Stati Uniti. Un atto presentato il passato ​​21 novembre, al termine di colloqui tesi a ottenere finanziamenti da investitori e creditori tra cui Scania, Goldman Sachs e Volkswagen.

Il produttore svedese di batterie è al momento detentore di fondi il cui esaurimento è previsto nel giro di poche settimane. Per riuscire a risollevarsi necessita di circa 1,29 miliardi di dollari e sta affrontando una vera e propria corsa contro il tempo per raggranellarli.

Nonostante Scania, rappresenti uno dei principali clienti di Northvolt e sia stata vicina al produttore di batterie per veicoli elettrici fin dall’inizio, il suo coinvolgimento diretto nel processo di produzione è uno sviluppo recente. A confermare quanto sta accadendo è stato Mikael Stenmark, rappresentante sindacale capo per la sicurezza presso Northvolt. È stato proprio lui a confermare alla Reuters che il produttore di camion ha aiutato il gruppo svedese a potenziare e mantenere la qualità e a migliorare la sua struttura organizzativa. Aggiungendo inoltre: “Gli altri clienti non sono stati così interessati”.

Impianto Northvolt

In una dichiarazione scritta rilasciata alla Reuters, Northvolt ha indicato Scania come un “modello di fama mondiale per l’efficienza produttiva”, affermando di averne accolto con favore la collaborazione sin dal 2017.
Nella nota è inoltre possibile leggere: “Questa iniziativa si è rivelata estremamente efficace e ha contribuito direttamente ai miglioramenti che stiamo riscontrando presso Northvolt Ett”.

Da cosa dipende l’interesse di Scania?

Scania, controllata dal ramo veicoli commerciali della Volkswagen Traton Group dipende in pratica da Northvolt per le celle delle batterie per i suoi camion elettrici. Inoltre, ne possiede una quota, tanto da aver garantito alla stessa 100 milioni di dollari nelle spire dell’accordo di bancarotta statunitense. Volkswagen, da parte sua, è il principale investitore di Northvolt, detenendone una quota pari al 21%.

Anche Audi e Porsche, dal canto loro clienti di Northvolt, hanno occasionalmente visitato la fabbrica. Non però nella misura con cui lo ha fatto il personale di Scania, la cui insolita presenza ha destato l’interesse di alcuni dipendenti. Un portavoce di Audi ha affermato che, in generale la casa è in contatto continuo con tutti i fornitori, con l’intento di dare vita ad una buona cooperazione a lungo termine. Mentre da Porsche non sono giunte dichiarazioni in merito ai fornitori possibili o esistenti.

Il piano di supporto doveva concludersi entro il 20 gennaio. Prevedeva la partecipazione del personale Scania a riunioni periodiche con la dirigenza e gli altri dipendenti di Northvolt, tesa alla fornitura di aggiornamenti e suggerimenti in grado di migliorare la situazione. A spiegare tale presenza il fatto che un eventuale crollo di Northvolt, potrebbe lasciare Scania senza opzioni immediate per le batterie dei veicoli elettrici. Se sono in corso trattative con altri fornitori, le stesse necessitano di tempo per svilupparsi.

I piani per l’elettrificazione di Scania

Scania sta portando avanti i propri piani per l’elettrificazione. I quali sono però stati ostacolati dai problemi di ramp-up di Northvolt. Già nel corso del 2024 erano diventate note le difficoltà dell’azienda svedese, che non era riuscita a cogliere gli obiettivi interni. Faticando inoltre ad aumentare la produzione in vista della richiesta di accesso al Chapter 11.

Camion elettrico Scania

I suoi dipendenti, in particolare il personale addetto alla qualità e alla produzione, sono quindi stati coinvolti nel progetto di supporto denominato “P.2 100k”. Il suo obiettivo di fondo è la produzione di non meno di 100mila celle per batterie di qualità ogni settimana.

Il controllo di qualità, indicato come “Production Part Approval Process”, che Northvolt deve superare al fine di poter procedere alla consegna indicata da Scania, è una parte fondamentale dell’accordo per l’accesso ai fondi da parte dell’azienda scandinava. Di essi, 51 milioni sono stati versati dal produttore di camion a novembre, mentre una seconda tranche sarebbe stata liquidata il 12 gennaio. La rimanenza, pari a 24 milioni, deve essere liquidata il 2 febbraio. La condizione da ottemperare è che il gruppo raggiunga determinati obiettivi di qualità e produzione. A indicarlo sono i documenti del tribunale fallimentare pubblicati il passato 20 dicembre.

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