Per Luca de Meo è arrivato il momento di accordarsi con Pechino

Dario Marchetti Autore
Le sue dichiarazioni sono giunte in una conversazione con la stampa in occasione del salone dell’auto di Parigi
Luca de Meo

Luca de Meo, amministratore delegato del Gruppo Renault dal 2020, è notoriamente contrario all’applicazione di dazi commerciali sulle auto cinesi. Un atteggiamento, il suo, che è tornato a fare capolino anche nel corso delle ultime settimane, in cui ha continuato a conservare un atteggiamento conciliante riguardo all’ingresso della Cina e delle sue imprese nel mercato europeo.

Intervistato durante il salone dell’auto di Parigi, ha confermato quanto già espresso in precedenza. Le sue dichiarazioni sul tema sono state riportate da alcuni media, tra cui Autoexpress e vanno dunque lette con una certa attenzione. Anche perché il suo atteggiamento sembra ormai essere condiviso da molti altri dirigenti di alto livello dell’automotive europeo.

Luca de Meo: occorre uno spirito di cooperazione tra le parti

Il presidente di ACEA, la lobby dei costruttori europei, e numero uno di Renault, ritiene che ci debba essere un cambiamento nelle dinamiche dell’Europa, cercando di conseguire uno spirito di cooperazione con i produttori cinesi intenzionati a commercializzare le proprie auto elettriche nel vecchio continente.

Luca de Meo

Ad una domanda ben precisa sull’applicazione dei dazi aggiuntivi a carico delle EV di Pechino, de Meo ha quindi risposto affermando testualmente: “I marchi cinesi dovrebbero pensare a localizzare parte della loro produzione in Europa, ma integrandosi in modo diverso nell’ecosistema attuale , che è quello che ci hanno chiesto di fare quando i marchi europei sono arrivati ​​in Cina circa 20 anni fa.” Per poi aggiungere: “Forse i cinesi possono aiutare creando joint venture o finanziando cose, invece di farlo in Cina, dovrebbero farlo qui e collaborare con l’industria europea.

Una tesi la quale, peraltro, va a ricalcare quanto affermato in un recente rapporto di Morgan Stanley. Ovvero il varo di collaborazioni tra i marchi cinesi e quelli europei, sul modello di quello tra Stellantis e Leapmotor.

Il CEO di Renault ha poi ricordato che i marchi cinesi non sono i primi a tentare di entrare in Europa. Il riferimento è naturalmente alle aziende giapponesi e coreane e, anche se diversi decenni prima, anche ai produttori americani.

Aggiungendo che l’arrivo di nuovi marchi non rappresenta di certo una catastrofe per l’industria europea. Si tratta in effetti di una dinamica del libero mercato e non vuole certo dire che le case europee saranno annientate. Anche in questo caso, de Meo ha voluto riproporre un suo cavallo di battaglia, affermando: “Non sarà una passeggiata nel parco, ma reagiremo e competeremo”.

L’accordo con la Cina sulle batterie è necessario

L’amministratore delegato del Gruppo Renault ha poi affrontato con la stampa anche il tema relativo alla questione del dominio cinese sul mercato internazionale delle batterie per auto elettriche. Non mancando di sottolineare che i marchi europei hanno bisogno dell’esperienza che le aziende cinesi già possono vantare in questo particolare ambito.

Concessionaria Renault

Queste le sue parole, al proposito: “Ho sempre detto che dobbiamo trovare un accordo con la Cina , perché non potremo competere e sviluppare l’auto elettrica senza il sostegno delle aziende cinesi , che controllano l’industria mineraria, il suo processo di raffinazione chimica, la sua capacità.” Per poi aggiungere che la grande maggioranza delle gigafactory presenti lungo il territorio continentale sono state costruite e progettate da aziende cinesi, in quanto vantano esperienza nel settore.

De Meo, in particolare, sostiene la necessità di trovare un punto d’incontro e di raggiungere accordi con questi marchi prima che sia troppo tardi. Tanto da dichiarare: “Penso che dobbiamo raggiungere un accordo. E adesso è il momento di discuterne , invece di pentirsi poi se le cose sono state fatte in un certo modo. Quindi dobbiamo vedere che tipo di accordo possiamo raggiungere, perché questi marchi stanno cercando di accedere al mercato europeo che, in futuro, diventerà prevalentemente elettrico.

Per poi concludere con le seguenti parole: “I produttori cinesi vogliono e hanno bisogno di una fetta di questa torta e, in cambio di ciò, probabilmente avremo bisogno di aiuto”. Resta ora da capire se anche l’UE riterrà meglio ricevere un aiuto a progredire, per il suo automotive, o ad andare a fondo. Come potrebbe accadere scegliendo la linea dello scontro frontale.

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