Stellantis, ultimatum di Urso: “Rimanete in Italia o restituite i soldi”

M Magarini
Adolfo Urso mette in guardia Stellantis: se uscirà dall’Italia dopo essersi servita degli incentivi fiscali, li dovrà restituire
Carlos Tavares Auto Elettriche

Adolfo Urso mette in guardia Stellantis, senza mai menzionarla espressamente. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha annunciato l’introduzione di un nuovo sistema di incentivi fiscali per le aziende che tornano a produrre in Italia. Nello specifico, avranno diritto al 50% per i primi 6 anni. Attraverso il piano vagliato, la classe politica della nostra penisola confida di catturare l’interesse delle compagnie, le quali, precedentemente spinte da questioni economiche, avevano dovuto emigrare altrove.

Incentivi a rischio per Stellantis: Urso suona la carica contro la fuga all’estero.

Stellantis vendite Europa primi 10 mesi 2023

Al contrario, chi lascerà la penisola avrà il dovere di restituire gli aiuti ricevuti. Più esattamente, delocalizzare le attività comporterà la restituzione delle somme ricevute negli ultimi 10 anni. Tale misura è stata sviluppata al fine di scongiurare pratiche poco corrette da parte delle imprese, che, una volta beneficiate dei fondi pubblici, potrebbero trasferirsi all’estero.

L’esecutivo ha, inoltre, reso nota una riforma degli incentivi. Il Parlamento ha approvato una legge delega allo scopo di semplificare il sistema di incentivi e renderlo maggiormente accessibile. I decreti attuati iniziali saranno presentati in Consiglio dei ministri entro la fine di febbraio.

stellantis logo

Attraverso questa presa di posizione, il Governo sembra voler mandare un messaggio a Stellantis. Nelle scorse ore la società ha annunciato lo stop delle linee produttive di Mirafiori per un periodo di quattro settimane, a partire dal 12 febbraio. Il ministro Urso ha criticato la decisione, sostenendo che la transizione elettrica non costituisce un alibi per tagliare l’occupazione. Se le vendite stentano, la responsabilità è da attribuire al produttore, mica a terze parti, ha puntualizzato l’onorevole. Mentre John Elkann va avanti a rassicurare circa gli investimenti nel Belpaese, le manovre messe in atto suscitano qualche dubbio.

Alcune delle principali produzioni sono, infatti, state delocalizzate all’estero. Un moto di rabbia lo ha scatenato il “trasferimento” della Fiat Panda, la cui nuova generazione nascerà a Kragujevac, in Serbia. Mentre Pomigliano d’Arco andrà avanti a fabbricare il modello attuale fino al 2026, la futura elettrica (che sarà presentata l’11 luglio 2024) nascerà nell’Est Europa. Sempre da quelle parti, più precisamente a Tychy, in Polonia, vede la luce la Fiat 600, mentre la realizzazione della Topolino è stata commissionata alla manodopera, in Marocco.

Negli scorsi giorni si è fatta largo l’ipotesi di una fusione tra Stellantis e Renault, per un super polo dal valore di 75 miliardi di euro tale da sfidare Toyota e Volkswagen. In un incontro fissato a Roma, durante il tavolo del Mimit, Elkann ha, però, smentito l’ipotesi.

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