Dopo i deludenti risultati del primo semestre di Stellantis, il capo del Gruppo, Carlo Tavares, ha detto: “Abbiamo 15 marchi con Leapmotor. Se non fanno soldi, li chiuderemo”.
C’è tuttora tensione fra il ministro delle Imprese Urso e il capo Stellantis Tavares: il Gruppo vuole vendere Comau, ma il titolare del dicastero valuta il Golden power.
Alfa Romeo, Lancia, Maserati: chi scrive si emoziona alla sola lettura di quei tre nomi. Icone planetarie inarrivabili, guardate con invidia da tedeschi, francesi, statunitensi e cinesi.
Maserati è un marchio di una bellezza tale che i cinesi neppure riescono a sognarlo di notte. In quanto ai tedeschi, sanno bene che Maserati è l’Italia che profuma di classe.
Altro che visione negativa di Stellantis che taglia i costi e basta, il Gruppo è propositivo: ora si prepara per la spedizione di auto Leapmotor dalla Cina in Europa.
Come qualsiasi società privata nel mondo di qualunque epoca, anche Stellantis punta dritto all'efficienza massima e totale: ora ha 15 marchi, con la cinese Leapmotor.
Ci è scappato il morto con un’automobilista che s’è messa al volante dopo il regolare richiamo preventivo Stellantis: ora d’improvviso le cose cambiano, i toni, i contenuti.
Il giovedì nero di Stellantis: ha chiuso il semestre con ricavi netti pari a 85 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto allo stesso periodo del 2023, e con un utile netto di 5,6 miliardi di euro.
Metà maggio: Citroën (Stellantis) avvia il richiamo di oltre 600 mila vetture prodotte tra il 2009 e il 2019 in una ventina di Paesi dell'Europa meridionale (Italia compresa) e di altre nazioni.