La Commissione europea ha deciso di anticipare di un anno la revisione dei limiti di emissione di CO2 previsti per il 2035, una mossa che risponde alle pressioni del comparto automobilistico e che potrebbe segnare un momento di svolta per l’intero settore.
Originariamente fissata per il prossimo anno, la revisione verrà affrontata già entro la fine di quest’anno, aprendo così a possibili aggiustamenti sulle regole che vieterebbero la vendita di auto a combustione interna dopo il 2035.
La presidente Ursula von der Leyen ha ribadito l’impegno della Commissione europea a un approccio equilibrato, sottolineando la necessità di collegare la decarbonizzazione alla cosiddetta neutralità tecnologica. Ciò significa lasciare spazio a più soluzioni: dall’elettrico a batteria, all’idrogeno, fino ai carburanti sintetici a impatto climatico neutro.

La Germania (adesso) sembra più contenta. Una linea condivisa anche dal ministro dei Trasporti tedesco Patrick Schnieder, che ha evidenziato l’importanza di conciliare sostenibilità ambientale, tenuta economica e consenso sociale. Hildegard Müller, presidente della VDA (Verband der Automobilindustrie), ha definito questa revisione un passaggio cruciale per fissare obiettivi realistici. L’associazione punta a un traguardo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2035, una posizione che sarà al centro del prossimo dialogo strategico previsto per dicembre.
Attualmente le norme approvate dalla Commissione europea fissano a zero le emissioni delle auto nuove a partire dal 2035, escludendo di fatto qualsiasi veicolo con motore a combustione. Tuttavia, diversi attori industriali temono che un divieto totale possa generare effetti collaterali indesiderati, come l’anticipo massiccio degli acquisti di auto a benzina o diesel prima della scadenza e il successivo crollo del mercato.

Il CEO di Audi Gernot Döllner ha dichiarato che le continue discussioni sul tema sono controproducenti e alimentano incertezza tra i consumatori. Il contesto globale, inoltre, non gioca a favore delle case automobilistiche europee. Da un lato i dazi imposti dagli States sotto la presidenza Trump gravano per miliardi sul settore, dall’altro la domanda cinese mostra segnali di debolezza. A ciò si aggiunge un mercato europeo delle auto elettriche che cresce meno del previsto, spingendo soprattutto i fornitori a chiedere una revisione delle regole.
Non è ancora chiaro quale sarà la proposta definitiva della Commissione europea, ma si parla di possibili aperture ai carburanti sintetici e a soluzioni transitorie per piccole serie.