Tra le più o meno grandi zone a traffico limitato, parcheggi impossibili da trovare e traffico impazzito (date un’occhiata alle classifiche d’Europa e scoprirete molte città italiane “al top”), la bicicletta è diventata il mezzo di trasporto, paradossalmente, più antistress per i piccoli spostamenti. Tuttavia, non sempre le piste ciclabili bastano a garantire la sicurezza, specialmente dove lo spazio per realizzarle manca.
Dalla Germania arriva una proposta che potrebbe cambiare per sempre la dotazione di serie delle nostre auto, se allargata a livello comunitario. Si tratta delle cosiddette portiere salvaciclisti.

Il Governo tedesco, spinto dalla ADFC (Associazione Ciclistica Tedesca) e dalla GDV (Associazione delle Assicurazioni), sta valutando di rendere obbligatorio un nuovo sistema di assistenza alla guida. Sostanzialmente è un sensore evoluto che arricchisce il pacchetto ADAS. Il dispositivo è in grado di rilevare l’arrivo di un’altra auto, di una moto o, appunto, di un ciclista proprio mentre stiamo per scendere dal veicolo. Se rileva un pericolo, emette un avviso audio o visivo per evitare il doloroso, e talvolta fatale, scontro con la portiera aperta, un incidente tanto banale quanto pericoloso.
I numeri, d’altronde, giustificano l’urgenza. Nel solo 2024, a Berlino (e parliamo quindi di una sola grande metropoli in Europa) si sono registrati ben 435 sinistri legati alla discesa dai veicoli, mentre a Colonia il totale è stato di 120. Il problema è che i ciclisti sono una fetta silenziosa del traffico urbano. Si muovono senza fare rumore e sono difficili da individuare negli angoli ciechi. Senza contare che l’automobilista medio non usa sempre quell’accortezza di guardare lo specchietto prima di uscire dal veicolo.

La Germania punta così a diventare l’apripista in Europa per questa normativa, ridefinendo il quadro della sicurezza dei veicoli. Nonostante i tempi di implementazione e le modalità restino ancora poco chiari, il tema è caldissimo. Si vuole fortemente ridurre il rischio di incidenti, trasformando un gesto quotidiano e distratto in una manovra assistita dalla tecnologia. Non stupirebbe se nel prossimo futuro l’Europa vedesse questo tipo di sistemi obbligatoriamente integrati nelle nuove auto.
