Auto ibride, eliminato il bollo gratis per 5 anni, ecco in che regione

Dario Marchetti Autore
Contrario alla decisione anche il mondo dell’automotive, oltre alle opposizioni
Suzuki Vitara ibrida

La decisione presa dalla Regione Piemonte, di rivedere le regole al momento vigenti per l’esenzione del bollo auto per le auto ibride ha scatenato roventi polemiche. Molti osservatori, infatti, non hanno esitato a collegare tale risoluzione alla volontà di fare cassa in qualsiasi modo sugli automobilisti.

A partire dal primo giorno di gennaio del nuovo anno, chi intende acquistare un veicolo ibrido benzina-elettrico, non potrà più contare sull’esenzione completa del bollo auto per i primi cinque anni valida in precedenza. In pratica, per effetto delle nuove regole, gli interessati saranno costretti a versare il 50% del valore della tassa di proprietà per il primo quinquennio e adeguarsi poi al pagamento integrale del balzello a partire dal sesto anno. Non sono quindi stupefacenti le reazioni infastidite di consumatori e ambientalisti.

Auto ibride: il precedente regolamento

Le norme al momento valide e destinate ad essere sostituite dal nuovo regolamento, prevedono che nel caso delle auto ibride sia esentato dal pagamento del bollo chi possiede un veicolo la cui potenza complessiva vada ad attestarsi entro un massimo di 100 kW termici. L’esenzione ha decorrenza a partire dalla data di immatricolazione.

Una Toyota C-HR ibrida

Nel caso dei veicoli i quali hanno già beneficiato dell’esenzione quinquennale, per il solo anno di pagamento 2024 (quindi per le scadenze comprese nell’arco temporale che va da dicembre 2024 a novembre 2025), la tassa automobilistica viene ridotta nella misura del 50%. Mentre non è previsto alcun tipo di agevolazione nel caso dei veicoli ibridi la potenza vada ad oltrepassare la soglia dei 100 kW.

Per quanto concerne l’entità della tassa da pagare in Piemonte i costi sono variabili, in base alla potenza e alla categoria. Ad esempio, una vettura Euro 4 o superiore, fino a 53 kW deve pagare 2,58 euro a kW, che diventano 2,73 nel range compreso tra 54 e 100 kW. Mentre nel caso delle potenze superiori sono previsti costi differenti che è possibile visionare all’interno del portale della Regione Piemonte.

Bollo sulle auto ibride, scoppia la polemica

Come avviene in tutti i casi in cui viene introdotta una nuova tassa o ne viene rimodulata una obbligando a pagare chi in precedenza era esente, anche in questo caso la decisione della Regione Piemonte è stata subissata di giudizi negativi.

Le polemiche hanno visto impegnato non solo il mondo politico, per ovvi motivi, ma anche le associazioni collegate all’automotive e al mondo ambientalista. Per quanto riguarda le opposizioni, non è stato complicato tirare le somme e accusare il centrodestra al governo della regione di voler fare cassa come al solito sulla pelle dei cittadini. Un’accusa che del resto viene mossa anche quando le parti sono invertite, considerata la propensione di ogni parte politica a condurre politiche di governo simili a quelle criticate quando si è all’opposizione.

A sostegno delle opposizioni, però, arriva anche l’associazionismo collegato all’automotive. In particolare, è stato il numero uno di Spazio Group e vicepresidente di Federauto, Carlo Alberto Jura, a criticare il nuovo provvedimento. Secondo lui, infatti, si tratterebbe di un ennesimo colpo ad un settore che già si trova in una fase avanzata di crisi.

Toyota Rav4 ibrido

Un giudizio cui è difficile dare torto, considerato come l’esenzione totale al pagamento del bollo auto per 5 anni era interpretato dagli esperti alla stregua di un incentivo fondamentale per spingere i consumatori all’acquisto di queste vetture.

Oggi in Piemonte, domani in Italia?

Anche dal punto di vista ambientale la sostanza non cambia. Se si pensa che sia fondamentale agevolare la transizione verso una mobilità più sostenibile, cassare le normative che possono agevolare l’acquisto di veicoli a emissioni zero è totalmente sbagliato. Ma sembra che per gli enti locali, ormai, la vera necessità sia quella di avere il maggior numero di risorse possibili. Anche a costo di andare contro logica e buon senso.

Intanto, comunque, la prima curiosità che sta montando è quella collegata alla possibile emulazione da parte di altre regioni. Considerato il bisogno di reperire nuove fonti di entrata, la decisione della Regione Piemonte sembra soltanto un antipasto. In grado di unificare centrodestra e centrosinistra, aldilà delle supposte differenze ideologiche.

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