Le aziende cinesi attive nella produzione di batterie per veicoli elettrici stanno accelerando per adeguarsi alla nuova revisione normativa attesa entro luglio 2025, che introdurrà standard di sicurezza più stringenti.
Le nuove linee guida imposte dal governo cinese stabiliscono che le batterie non dovranno esplodere né incendiarsi per almeno due ore dopo il verificarsi di una fuga termica, un malfunzionamento critico in cui il calore si propaga all’interno delle celle. Colossi come CATL e BYD hanno già superato con successo i nuovi test, ma molte piccole e medie imprese rischiano l’esclusione dal mercato a causa degli alti costi di adeguamento.

Si tratta della prima revisione normativa in cinque anni, con la quale Pechino mira non solo ad aumentare la sicurezza dei veicoli elettrici, ma anche a consolidare la propria leadership tecnologica globale. Oltre ai test classici di penetrazione e riscaldamento esterno, il nuovo protocollo introduce un test di innesco interno della fuga termica, rendendo le prove molto più severe rispetto al passato.
La “Qilin Battery” di CATL e la “Blade Battery” di BYD sono già in regola con i nuovi parametri, con case automobilistiche come XPeng, Li Auto e Dongfeng Nissan hanno annunciato che alcuni dei loro modelli soddisfano pienamente i nuovi requisiti, senza la necessità di modificare il design dei veicoli.
A livello internazionale, l’attenzione alla sicurezza delle batterie è alta. In Corea del Sud, un incendio innescato da un elettrico Mercedes nel 2024 ha riportato alla ribalta il tema, alimentando preoccupazioni sulla qualità di alcune celle prodotte in Cina. Secondo SNE Research, tra gennaio e aprile 2025, i produttori cinesi coprivano il 38,7% del mercato globale delle batterie degli elettrici (escludendo la Cina), a poca distanza dalle aziende sudcoreane.

Incidenti frequenti potrebbero dunque inevitabilmente minare la fiducia dei consumatori nel “Made in China”, compromettendo la quota di mercato a livello mondiale. La Cina, per affermarsi maggiormente, partecipa attivamente al Forum WP29 delle Nazioni Unite per definire standard internazionali di sicurezza. Se i suoi metodi di test venissero riconosciuti a livello globale, i produttori cinesi potrebbero beneficiarne anche nei mercati esteri.
Secondo la New Energy Vehicle Industry Association di Shenzhen, come anticipato, le aziende del settore potrebbero non riuscire a sostenere i costi di adeguamento, stimati in oltre 500 milioni di yuan ciascuna, con una potenziale riduzione del 30% della capacità produttiva entro il 2027. Un cedimento certamente non da poco per il Dragone.