BYD, ben 5 modelli entro il 2025 per conquistare l’Europa

Dario Marchetti Autore
A dichiararlo è stato Alfredo Altavilla, consulente della casa per il mercato continentale
BYD Atto 3

BYD sta dando vita ad un’offensiva sempre più intensa, sul mercato automobilistico globale. Di cui si sta accorgendo in particolare Tesla, che si è appena vista sorpassare dalla casa cinese per quanto concerne i ricavi. A fare il punto sul magic moment vissuto dall’azienda del Dragone è stato Alfredo Altavilla, l’ex manager di Fiat Chrysler che è stato ingaggiato da BYD in veste di consulente speciale per il mercato europeo. Lo ha fatto nel corso della presentazione della Sealion 7, in cui ha affrontato non solo situazione della casa orientale, ma anche le sue prospettive future in Europa. Dando un vero e proprio avvertimento al settore europeo: BYD si prepara ad una vasta offensiva di mercato, condotta tramite il lancio di cinque nuovi modelli, entro il prossimo anno.

BYD, le dichiarazioni di Altavilla ne fanno capire le ambizioni

L’evento per la presentazione della Sealion 7 ha visto come teatro Francoforte e si è rivelato molto interessante. Alfredo Altavilla, in particolare, ha parlato con i media italiani a margine dell’evento, confermando quello che del resto era già possibile leggere tra le righe. Ovvero che la casa cinese, ormai avviata alla leadership globale nel settore delle auto elettriche, non ha assolutamente dismesso i propria piani di conquista dell’Europa.

BYD Sealion 7

Se qualcuno pensava che i dazi emanati dall’UE a danno delle EV prodotte sotto la Grande Muraglia potessero essere un antidoto in tal senso, ha sicuramente fatto male i propri conti. Anche perché, da quanto ormai è noto, BYD intende bypassare le tariffe aggiuntive dell’Unione Europea costruendo un secondo stabilimento in Ungheria. Ovvero in un Paese ove il suo pragmatico leader, Viktor Orban, non sembra farsi eccessivi problemi a ricevere finanziamenti da quello che dovrebbe essere un avversario ideologico.

L’offensiva di BYD, peraltro, si preannuncia molto serrata. A renderla concreta il lancio di ben cinque modelli da qui alla fine del 2025. Una potenza di fuoco che è difficile vedere nei produttori tradizionali. Il tutto nonostante le condizioni di mercato tendano a farsi sempre più difficili, come del resto confermato in queste ore da ACEA, la lobby dei costruttori europei. E proprio sulla questione dei dazi, Altavilla ha affermato che si tratta, in fondo, soltanto di un mal di testa passeggero. A renderlo tale il fatto che, da settembre dell’anno prossimo, le sue auto saranno prodotte in Ungheria e Turchia”.

I dazi UE sono un errore, soprattutto per l’Italia

Nonostante abbia ribadito con decisione che i dazi imposti alle case cinesi dall’Unione Europea rappresentano un errore, Altavilla ha espresso la sua sicurezza sul fatto che BYD ne uscirà danneggiata solo in maniera limitata. Il gruppo infatti, ha agito per tempo, in maniera tale da non farsi trovare impreparato.

Queste le parole espresse al riguardo dall’ex manager di FCA, al proposito: “BYD è impattato per il solo 17% dai dazi, essendo stato collaborativo con la Commissione Europea. Tutti stanno facendo i conti sul fatto che un’eventuale ritorsione cinese rischia di fare più male. L’imposizione di dazi, però, ha fermato l’ingresso di costruttori cinesi in Europa. Tutti i costruttori cinesi stavano guardando all’Italia e il Governo aveva sviluppato un pacchetto di una competitività estrema. Abbiamo annunciato i dazi e chi doveva fare investimenti si è chiesto perché devo farlo? Ci siamo fatti male da soli.”

La panoramica di Altavilla sulle misure europee è poi proseguita in tal modo: “Un mercato in crisi non aiuta nessuno e non lo vuole nessuno. Chi ci arriva vivo al 2035 se questo sistema delle multe non viene modificato? Mi auguro che prima o poi ci sia presa di coscienza. Bisogna inoltre lasciare al consumatore la possibilità di scelta su cosa comprare.”

BYD Dolphin

Il discorso non ha mancato di affrontare il tema relativo ai produttori italiani di componenti per auto, che dopo anni di delocalizzazione delle attività all’estero starebbero valutando un’eventuale riapertura alle produzioni in Italia: “Molti componentisti italiani sono già in Turchia e nell’Est Europa. C’erano andati al seguito di loro clienti europei, alcuni di questi hanno avuto volumi in discesa, quindi credo ci sia spazio per controbilanciare… Ognuno di loro dovrà valutare se c’è spazio anche per produzioni in Italia, dove il savoir-faire della componentistica è enorme.”

Gli incentivi sono soltanto una droga

Infine, l’ex dirigente di FCA ha toccato il tema relativo agli incentivi. Per i quali non ha esitato a denunciarne la dannosità: “Sono una droga di cui il mercato non ha bisogno”. Almeno quello delle auto, mentre il discorso cambia nel caso gli aiuti statali andassero a vantaggio della filiera produttiva. Una filiera che sta rischiando di cascare alla stregua di un castello di carte, come dimostra proprio il caso italiano.

In questo contesto Altavilla ha poi puntualizzato che BYD sarebbe interessato a prendere in considerazione eventuali opportunità che dovessero presentarsi nel settore. Resta da capire se i governi europei, a partire da quello italiano, saranno capaci di invogliare la casa cinese a rafforzare i propri investimenti o se, al contrario, continueranno a cercare di opporsi alla sua espansione anche sul mercato continentale.

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