Come è fatta la Xpeng P7: dimensioni, autonomia, prezzo e prestazioni della Bev a tre volumi

M Magarini
Xpeng P7

Riscosse opinioni favorevoli nella Terra del Dragone, la berlina elettrica cinese Xpeng P7 ha stabilito che è giunto il momento di mettersi alla prova nel Vecchio Continente. Un salto importante, sul quale la Casa ha riflettuto parecchio, prima di prendere una decisione in merito. Difatti, un lancio mal studiato avrebbe messo fine alle speranze della compagnia ancor prima di averci veramente provato. L’anima green della vettura è un punto di forza, non c’è dubbio su questo. Ma, al giorno d’oggi, anche nel comparto delle bev vi è parecchio da faticare. Se il Paese d’origine ha sviluppato notevoli competenze tecniche in materia, tanto da essere spesso interpellato dalle realtà occidentali, misurarsi con la Tesla non è un gioco da ragazzi. Quella stessa Tesla pronta ad assorbire le competenze tecniche stabilendo pure una Gigafactory a Shanghai, dove coltiva delle grosse ambizioni. Giusto per restare sull’argomento, la Xpeng P7 si avvicina alla Model S, anche se a livello di prezzo palesa maggiore affinità con una Model 3 di elevata caratura.

Xpeng P7: il comportamento su strada

XPeng P7i

Provvista di quattro porte, se ne è occupata un’azienda giovane, costituita nel 2014. Il debutto della versione originale del veicolo risale, invece, a quattro anni più tardi, nel 2018. I cinque anni di attesa sono dipesi dalla necessità del Costruttore di consolidarsi in casa propria. Costituita in quel di Guangzhou, non ha mai fatto mistero di avere mire alte, ma prima andava tastato il polso del pubblico di appartenenza. Solo una versione matura sarebbe stata in grado di dare filo da torcere ai competitor. I primi territori che ne saranno invasi saranno, manco a dirlo, quelli scandinavi (Danimarca, Norvegia, Svezia), più l’Olanda. In un successivo frangente amplierà il raggio d’azione e tra le mete puntate figura pure la nostra penisola, magari già il prossimo anno.

Nel frattempo, il prezzo di listino nei Paesi Bassi di 50 mila euro per la RWD Long Range, l’entry-level della famiglia. Qui il powertrain sviluppa un totale di 276 CV e 440 Nm di coppia motrice massima, trasmessa alle ruote posteriori. Ad alimentare il modulo troviamo un accumulatore da 83 kWh netti e un’autonomia di 570 km.

Lo step successivo è rappresentato dalla declinazione AWD Performance bimotore da 473 CV e 757 Nm, con trazione integrale e percorrenza di 550 km. La somma da porre in preventivo ammonta, in tal caso, a 60 mila euro. Infine, a 70 mila euro è proposta nell’esclusiva Wing Edition, con scissor door. Messa a disposizione della stampa specializzata in quel di Amsterdam, l’entry-level RWD Long Range punta perlopiù sul comfort di bordo, anziché sulle performance. I valori non sono nemmeno poi bassi – da 0 a 100 passa in 6,7 secondi, mentre la velocità di picco è pari a 200 km/h – ma nemmeno brillano.

Forse nemmeno il contesto ha aiutato in tal senso, dato che non richiede di essere sfruttata al meglio delle sue potenzialità. Un sentiero impervio, caratterizzato da ostacoli di vario tipo lungo la strada avrebbe permesso di dare un responso più netto. Così, invece, sembra di rimanere in una specie di bolla, con il dubbio di come saprebbe comportarsi la Xpeng P7 in circostanze meno favorevoli. In merito, invece, alle configurazioni, il conducente rimane limitato nella scelta. Sotto alcuni aspetti ha voce in capitolo, ma rimane piuttosto vincolato alle impostazioni stabilite dal Costruttore.

Ne risente il complessivo grado di personalizzazione e nemmeno dal punto di vista della frenata rigenerativa trasmette la sensazione di avere campo libero. A costo di deludere le aspettative, la modalità “one pedal” è meno esaltante di quanto lascia presagire il nome. In decelerazione la marcia non si arresta di suo, bensì ci si limita a ottimizzare il recupero di energia. Lungo i tratti autostradali, il relax è sempre la parola d’ordine, data, oltretutto, l’efficace insonorizzazione garantita dal comparto tecnico. Macinati 100 km, i consumi si rivelano di poco superiori rispetto alle stime degli analisti: con 18,6 a 16,8.

A diretto confronto con la Tesla

XPeng P7i

Il paragone con le Tesla si ripresenta più volte nel corso della recensione. Lo si nota dal colpo d’occhio (su cui ci soffermeremo nel prosieguo) e non fa nemmeno differenza con l’abitacolo. L’approccio “zero fronzoli, tutta sostanza” lo si riconosce nella dotazione di bordo, dove ormai i pulsanti fisici sono scomparsi, eccetto qualcuno sulle razze del volante. Un’unica struttura annovera due schermi: da 10 pollici per il quadro strumenti e da 15 pollici per le funzioni multimediali. In pochi comandi si classico diversi aspetti, dal classico climatizzatore agli specchietti retrovisori (anche se il tutto va completato con i comandi al volante).

In linea con la tendenza dell’epoca recente, pure la Xpeng P7 fa, perlopiù, leva sulle capacità del software, in modo tale da offrire il miglior servizio possibile alla clientela. Grazie al sofisticato cervello elettronico della vettura, il sistema operativo gestisce diverse funzionalità, tra cui il sistema di navigazione, la connettività e gli Adas (sistemi di sicurezza ausiliari alla guida). Inoltre, gli aggiornamenti avvengono via etere, cioè da remoto. Senza doversi recare in officina, è, pertanto, possibile procedere con l’aggiornamento del mezzo, in linea con i passi compiuti dagli operatori di settore sul fronte tecnologico.

A primo acchito, gli interni trasmettono delle buone sensazioni. Certo, le berline di matrice tedesca hanno una marcia più, ma nel complesso si difende piuttosto bene. Gli acuti osservatori noteranno delle lievi sbavature, ma nulla in grado di dissuadere dall’acquisto un potenziale compratore. Si tratta delle classiche sottigliezze di una realtà giovane, arrembante e piena di entusiasmo, che talvolta eccede nella foga. In passato, sugli esemplari cinesi circolavano dei pregiudizi negativi, inerenti, per esempio, alla qualità dei rivestimenti. Ebbene, i materiali adoperati non sono niente male nel caso specifico.

Dotazioni accessorie

Prendendo atto del feedback dei consumatori finali, adesso il gap è di gran lunga meno percepibile. Dei margini di miglioramento permangono, ma pensiamo ai livelli di solo qualche tempo fa i progressi non si possono fare altro che giudicare notevoli. L’allestimento standard annovera anche il tetto panoramico, il volante in pelle, i sedili riscaldati regolabili (a otto vie per il guidatore più il supporto lombare, a sei per il passeggero), il portellone a comando elettrico, il clima bizona, i rivestimenti di similpelle, l’Xpilot (che concentra l’equipaggiamento di guida autonoma di livello 2) e i freni Brembo.

Chi dispone di sufficienti disponibilità economiche sarà tentato nell’ordinare il pacchetto aggiuntivo, comprensivo di: verniciatura esclusiva, cerchi da 19 pollici, coperture di pelle, sedili ventilati, impianto stereo premium di Dynaudio con tecnologia Dolby Atmos, speaker integrati. Il tutto al costo di 4 mila euro circa. Non farà gridare al miracolo, ma nemmeno ci si può dire delusi dagli sforzi compiuti dal produttore, impegnatosi per mettere gli ospiti a bordo nelle condizioni ideali per godere di un’esperienza di viaggio ottimale.

A differenza del solito, abbiamo ribaltato la prospettiva sulla Xpeng P7. Il motivo, come forse avrete intuitivo, sta nel fatto che spicca soprattutto per la meccanica e le dotazioni tecnologiche implementate. In merito al colpo d’occhio, gli stilemi sono i soliti del comparto, anche troppo. I designer non si sono presi la briga di sondare soluzioni originali, prediligendo un approccio concreto, incentrato sulle idee che già funzionano. Un po’ di brio viene conferito dalle grafiche luminose, entro, comunque, certi limiti.

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