Hyundai ha lo stabilimento più produttivo al mondo: certo, chi sciopera va incontro a cause milionarie

Il ritmo produttivo dello stabilimento Hyundai di Ulsan è impressionante: in media, un’auto risulta completata ogni 10 secondi.
Hyundai Ulsan Hyundai Ulsan

Lo stabilimento Hyundai di Ulsan, situato in Corea del Sud, non è solo gigantesco, con oltre 5,5 milioni di metri quadrati, equivalenti a più di 500 campi da calcio, ma è anche ufficialmente lo stabilimento automobilistico più produttivo del mondo, superando persino la famosa Gigafactory Tesla di Shanghai, dove viene assemblata la Model Y “large”.

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Il ritmo produttivo è impressionante: in media, un’auto risulta completata ogni 10 secondi. Questo risultato è frutto di una sinergia tra robotica avanzata e intelligenza artificiale, che affiancano gli operatori umani in tutte le fasi della produzione, dalla saldatura all’assemblaggio, garantendo non solo rapidità ma anche standard qualitativi elevatissimi.

Hyundai Ulsan
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In un settore dove la qualità spesso fa la differenza quanto la velocità, lo stabilimento Hyundai di Ulsan si distingue per precisione ed efficienza. Il complesso industriale non si limita alla produzione di massa: integra cinque stabilimenti produttivi, un impianto dedicato a motori e trasmissioni, e persino un porto privato, da cui è esportato circa il 75% dei veicoli prodotti. Le navi cargo in partenza possono trasportare fino a 6.000 automobili per viaggio, assicurando una distribuzione rapida verso mercati internazionali e consolidando la posizione di Hyundai come leader globale dell’ingegneria automobilistica.

Le linee di assemblaggio operano 18 ore al giorno e producono attualmente 17 modelli, tra cui Hyundai Santa Fe, Tucson e la gamma premium Genesis. Dal 2026, il sito si amplierà con un sesto stabilimento dedicato ai veicoli elettrici e ibridi plug-in, tra cui Ioniq 5 e la Kia EV6, confermando l’ambizione dell’azienda di espandere la propria gamma elettrificata.

Tutto questo aiuterà senz’altro Hyundai e Kia a superare le 600.000 auto elettriche vendute entro il 2025, avvicinandosi ai leader mondiali come Tesla e BYD e dimostrando la competitività dei marchi sudcoreani nel mercato globale. Ma non è (come sempre) tutto scintillante e spettacolare.

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Hyundai ha recentemente ritirato tre cause legali (da decine di milioni di won per soggetto chiamato in causa) per risarcimento danni contro lavoratori “dannosi” per l’attività, cause legate a diversi scioperi negli scorsi anni. Il ritiro delle contestazioni, però, arriva in vista dell’approvazione della “legge sulla busta gialla”. Questa permette ai lavoratori e subappaltatori di negoziare con i principali appaltatori e definisce in modo più chiaro e rispettoso per i lavoratori la responsabilità individuale per danni derivati da scioperi illegittimi. (Va detto, per la verità, che questo termine non trova piena corrispondenza nella definizione di ogni sciopero in altri Paesi democratici).

La decisione riflette una strategia proattiva di Hyundai, in linea con le indicazioni del governo e del Partito Democratico di Corea. L’azienda mira a stabilizzare i rapporti industriali e garantire continuità operativa nello stabilimento più avanzato al mondo. Certamente, come si nota dalle cause legali a dir poco proibitive degli ultimi dieci anni, ogni protesta o manifestazione di contrasto sindacale non è seguita da una trattativa equilibrata o lontanamente generosa.

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