Il museo di auto più inaspettato: Alfa, Peugeot e Mercedes d’epoca all’aeroporto barese

Il parcheggio-museo intanto entra a far parte di quei paesaggi spettrali dove ogni vettura sembra custodire un segreto (quasi) irrisolvibile.
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All’aeroporto di Bari, accanto al via vai frenetico di passeggeri, trolley e partenze, si nasconde uno scenario tanto insolito quanto inquietante: un parcheggio popolato da decine di automobili abbandonate, trasformato in un vero e proprio cimitero a cielo aperto. I modelli presenti fanno di questo parcheggio un luogo definibile persino museo di un’epoca che sembra lontanissima.

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Tra le corsie destinate alla sosta, invece di veicoli pronti a ripartire, emergono carcasse arrugginite e macchine dimenticate, alcune ridotte a relitti irriconoscibili, altre sorprendentemente intatte, come se il tempo si fosse fermato. Molte portano targhe straniere, segno di viaggiatori che forse non hanno mai fatto ritorno, lasciando dietro di sé un (quasi) irrisolvibile mistero.

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All’interno degli abitacoli si intravedono persino oggetti personali, testimonianze di vite interrotte che rendono lo scenario quasi surreale, un mosaico di storie mai raccontate. La ruggine ha divorato lamiere e paraurti e i copertoni, chiaramente, si sono afflosciati.

A segnalare la situazione è stato un servizio de La Gazzetta del Mezzogiorno, che ha documentato con immagini eloquenti lo stato del parcheggio. Tra i modelli individuati possono notare una vecchia Alfa Romeo 164, una Renault Twingo di prima serie, una Audi 100, una Volkswagen Golf, una Peugeot 405 e una 106 degli anni Novanta. C’è persino una Mercedes W123 station wagon, insieme a tutte quelle auto lasciate a marcire sotto sole e pioggia.

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Eccoci davanti a un vero e proprio museo dell’abbandono, che però crea non pochi problemi pratici: questi veicoli occupano stalli che dovrebbero essere utilizzati dai viaggiatori, riducendo la disponibilità di posti in una zona già molto frequentata.

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Da Aeroporti di Puglia fanno sapere che l’area in questione è in concessione e quindi non gestita direttamente dall’ente. La responsabilità della rimozione ricade altrove, ma non è un compito semplice: le procedure burocratiche per liberare i parcheggi sono complesse e possono durare mesi, soprattutto quando i proprietari sono irreperibili o, in alcuni casi, deceduti. In tali circostanze, i veicoli diventano potenzialmente parte di una successione ereditaria che può coinvolgere anche discendenti fino alla settima generazione, complicando ulteriormente l’iter.

Il parcheggio intanto entra a far parte di quei paesaggi spettrali dove ogni vettura sembra custodire un segreto, aggiungendo un alone di mistero a un luogo che, alla fine, sarebbe solo una semplice area di sosta per viaggiatori di tutto lo Stivale e non solo.