Migliaia di Audi e Volkswagen abbandonate nel deserto del Mojave: un parcheggio “scandaloso”

Come sono finite migliaia di auto tedesche, Audi e Volkswagen ancora in buone condizioni, a “riposare” sotto il sole cocente?
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È una scena quasi surreale quella che ritrae distese infinite di auto Audi e Volkswagen parcheggiate una accanto all’altra, in mezzo al nulla. Un’immagine che, per diventare realtà, richiede uno spazio talmente vasto da necessaitare, per esempio, un deserto. E infatti è proprio lì che si trovano: nel cuore del Mojave, in California. Come sono finite migliaia di auto tedesche, ancora in buone condizioni, a “riposare” sotto il sole cocente?

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La risposta porta dritta a uno degli scandali più clamorosi dell’industria automobilistica moderna: il Dieselgate. Tra il 2008 e il 2015, come molti ricorderanno, Volkswagen, e successivamente anche Audi, furono accusate di aver aggirato le normative statunitensi sulle emissioni.

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L’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) scoprì che i motori Volkswagen TDI erano stati programmati con un software in grado di rilevare quando il veicolo era sottoposto a test di laboratorio, attivando sistemi di controllo delle emissioni solo in quelle condizioni. Il risultato, evidentemente, era che durante i test, le vetture rispettavano i limiti imposti dalla legge. Su strada, invece, le emissioni reali erano fino a 40 volte superiori a quelle consentite. Un trucco che coinvolse oltre 11 milioni di veicoli nel mondo, di cui circa mezzo milione solo negli Stati Uniti.

Le conseguenze furono pesantissime. Più di 33 miliardi di dollari tra multe, cause legali e spese di ristrutturazione, con diversi ex dirigenti e ingegneri finiti sotto processo. Come parte degli accordi transattivi, Volkswagen e Audi furono obbligate a riacquistare le auto coinvolte, oltre 300.000 veicoli, per un costo superiore a 7,4 miliardi di dollari.

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Il problema, però, era che non esisteva un luogo abbastanza grande dove custodirle. La soluzione fu trovare siti di stoccaggio remoti, dai vecchi impianti industriali al gigantesco spiazzo del Mojave, capace di ospitare decine di migliaia di auto.

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Oggi, quel deposito nel deserto è un simbolo tangibile della portata dello scandalo: chilometri di carrozzerie più o meno luccicanti, ferme e inutilizzate, a ricordare quanto una frode tecnologica possa lasciare segni indelebili non solo nei bilanci, ma anche nel paesaggio. Molti grideranno allo spreco e all’inquinamento, ben maggiore di quello delle emissioni che avrebbero immesso nell’atmosfera tutti questi veicoli.

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