Sei hai un’auto in Italia, le tasse ti schiacciano: i numeri del 2024

Il dato più recente, appena reso noto, riguarda il 2024: sei hai un’auto in Italia, vieni martellato da ogni genere di tasse.
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Possiedi un’auto in Italia? Sei martellato di tasse. Con un botta nel 2024, stando ai dati più recenti appena forniti dall’Anfia (filiera nazionale automotive). Soldi che vanno a Stato, Regioni, Province e Comuni. Siamo addirittura a 83,04 miliardi di euro, ossia il 4,5% in più rispetto al 2023, che era stato pesantissimo. L’incidenza sul Prodotto interno lordo del gettito fiscale derivante dal comparto auto è del 3,7%: tutto relativo al 2023 (serve sempre tempo per info più fresche) contro una media UE del 2,9%. 

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Che schiaffoni

  • Carburanti mostruosamente a 39,73 miliardi di euro: +0,9%. Ossia quasi metà dell’incasso. Qui ci sono accise e IVA 22%.
  • Giriamo a quota 14,05 miliardi di euro di gettito IVA su manutenzione, riparazione, ricambi, pneumatici e accessori: aumentato del 15,5%. 
  • Per le assicurazioni Rc Auto e coperture accessorie (+7,5% a 4,14 miliardi). 
  • Bollo auto a 7,48 miliardi di euro e +3%: la tassa di proprietà regionale sulla macchina. Ricordatevelo quando i siti di cosiddette notizie vi racconteranno che il bollo auto viene abolito.
  • Multe e parcheggi a 4,6 miliardi e +4,5%.
  • Pedaggi autostradali a 2,34 miliardi e +1,6%
  • La terribile IPT, Imposta Provinciale di Trascrizione sull’acquisto di veicoli nuovi e usati si impenna a 1,88 miliardi di euro (+6,6%). 

Per il 2025, quasi finito, si viaggia a 83 miliardi (-0,1%). Per il 2026, l’aumento di accise sul diesel fa paura.

Dramma tasse con l’auto elettrica

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Adesso chiudete gli occhi e pensate che tutto il circolante italiano sia elettrico, come l’Europa vuole. Ciao ciao per iniziare ai 40 miliardi di accise e IVA su benzina e diesel: come si pagano le pensioni? Dove si prendono i soldi per sopravvivere? Poi spostatevi presso le Regioni: quasi 7,5 miliardi di bollo auto per benzina e diesel. Addio, perché le BEV non pagano il bollo durante i primi cinque anni.

Delle due l’una. O si mette una mega tassa al km per le elettriche in futuro, come farà la Gran Bretagna, oppure si crea una voragine che il proprietario della BEV dovrà immediatamente riempire con un maxi bollo sulle macchine a corrente.

Ricadute pesanti

Il carico fiscale sull’auto in Italia con l’aumento dei prezzi di listino spinge i consumatori verso auto di seconda mano, rallentando il ricambio tecnologico. L’età media delle auto in Italia continua a salire (circa 12 anni e 6 mesi), con impatti negativi su sicurezza ed emissioni. Più incidenti e aria più sporca, con costi sociali esorbitanti.

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Negli ultimi cinque anni, il costo medio di un’auto nuova è cresciuto di oltre il 20%. Le ragioni sono molteplici: l’aumento dei costi delle materie prime, la crisi della supply chain e l’obbligo per i produttori di inserire tecnologie ADAS (sistemi di assistenza alla guida) e motorizzazioni elettrificate per rispettare i severi limiti di emissioni UE. In parallelo, c’è la legnata delle tasse che stordisce il consumatore medio. La tassazione non colpisce solo l’acquisto, ma anche il possesso e l’uso (attraverso le accise sui carburanti e l’IVA), drenando risorse che i cittadini potrebbero altrimenti investire nel rinnovo tecnologico.

pieno benzina

Usato come rifugio

Di fronte a listini che partono ormai da cifre superiori ai 20.000 euro anche per le utilitarie di segmento B, i consumatori italiani si rifugiano nel mercato dell’usato. Nel 2024, per ogni auto nuova immatricolata, se ne vendono quasi due di seconda mano.

Napoli in fuga

Attenzione ai fenomeni anomali. Ci riferiamo al noleggio a lungo termine di auto, di proprietà di società polacche. È una fuga molto frequente a Napoli, per scappare dal fisco. Esiste una legge e la si aggira in modo lecito. Con vetture che non emergono dalle statistiche, assieme al bollo, alle multe, agli incassi delle compagnie assicurative.