Dramma disoccupazione automotive in Unione Europea con la mania elettrica: Novo Energy (batterie di Volvo) dimezza il personale, puntando a una sforbiciata di 150 persone (fonte Reuters), e questo sarebbe il futuro delle full electric nel Vecchio Continente. In precedenza, a febbraio 2025, la Casa svedese (della cinese Geely) aveva concordato con Northvolt di rilevare la sua quota del 50% nell’azienda dopo il fallimento del produttore di accumulatori. D’altronde, se le macchine a corrente sono al 17% di quota mercato dopo Green Deal UE 2019, imposizioni ai consumatori, multe UE di 16 miliardi di euro alle società che vendono troppe macchine termiche, crociate regionali e a livello microlocale anti diesel e anti benzina, significa che l’elettrico è un flop. Ora, l’UE proverà a spingere con le flotte, che reagiranno come i privati, le famiglie: no alle vetture a batteria.
Auto elettrica: tragedia disoccupazione
Novo Energy taglia 150 posti di lavoro a causa delle difficoltà economiche: il fallimento di Northvolt ha un impatto sulle attività della prima. Volvo Cars punta a continuare la produzione di batterie a Göteborg. “Nonostante i nostri sforzi per garantire la nostra attività e un’ampia ricerca continua di un nuovo partner tecnologico idoneo, le attuali sfide economiche e le condizioni di mercato hanno reso impossibile mantenere le nostre attività alle attuali dimensioni”, ha dichiarato Adrian Clarke, CEO di Novo Energy, in una nota.

Si era in pieno Green Deal, col sogno dei Bruxelles
Northvolt e Volvo Cars hanno inizialmente costituito Novo Energy nel 2021 per costruire una fabbrica dedicata alla produzione di batterie a Göteborg, sulla costa occidentale della Svezia.
La joint venture ha già avviato misure di riduzione dei costi a gennaio, tra cui il taglio del 30% del personale. Si era in piena epoca Green Deal UE: tanti sogni politici che spingevano le aziende verso il dorato mondo dei veicoli iper verdi. Novo Energy ha dichiarato lunedì che la produzione di batterie con un nuovo partner tecnologico nell’area di Göteborg, in Svezia, rimane il suo obiettivo principale a lungo termine. Continuerà a operare in modo limitato, completando la prima fase di costruzione, e continuerà a esplorare potenziali scenari futuri che potrebbero consentirle di riprendere le attività su larga scala.
Ma dove sono scomparsi gli elettrificati?
Cinque anni fa, si assisteva alla corsa dei politici UE a farsi fotografare innanzi a Northvolt, un tempo considerata la migliore speranza in Europa per un campione di batterie. Adesso sono tutti spariti. Come i posti di lavoro: basti dire dei 60.000 tagli nell’indotto auto in Germania, patria del Green Deal UE. E il peggio deve arrivare col costo dell’energia che vola, l’inflazione che galoppa, mentre i cinesi ci invadono di ibride plug-in ed elettriche. Dal vecchio dominio termico automotive alla nuova crisi elettrica, il masochismo europeo è una manna per Pechino. Che impera nella filiera full electric, dai minerali alle batterie (CATL, Contemporary Amperex Technology Co. Limited, è leader) sino alla costruzione di vetture (BYD, che fa anche accumulatori, numero uno).