Stellantis taglia: la Panda è la prima vittima del mercato in affanno

Dario Marchetti Autore
Ennesima conferma dello stato di crisi in cui versa l’azienda italofrancese
Fiat Panda

Per Stellantis continuano ad accumularsi pessime notizie. Mentre si procede alla chiusure programmate degli stabilimenti di Pomigliano d’Arco, Pratola Serra e Termoli, previste tra l’11 e il 29 novembre, anche altri siti produttivi per l’assemblaggio e la produzione di motori in Italia si apprestano a sottoporsi allo stesso genere di sospensioni. In particolare, quelli che producono la Fiat Panda.

Un provvedimento preso dalla casa italofrancese per cercare di affrontare condizioni di mercato che si vanno facendo sempre più complicate. Come del resto dimostrato anche dal calo delle consegne, di cui Stellantis ha dato comunicazione nella giornata di ieri. Un fatto inusuale, considerato come l’azienda guidata da Carlos Tavares non usasse fornire dati al riguardo.

Mercato in crisi, Stellantis sospende la produzione di Fiat Panda in Italia

Le condizioni del mercato, nonostante i dati relativi alla vendita di auto elettriche nel mese di settembre, continuano ad essere molto difficili. Tanto da spingere un gran numero di case a rivedere le proprie stime, pubblicando profit warning che assomigliano a bollettini di guerra.

Fiat Panda

Tra di esse anche Stellantis, non a caso una delle più colpite dai crolli azionari degli ultimi mesi ormai diventati una triste consuetudine per le aziende del settore automotive. La casa italofrancese, infatti, ha deciso di sospendere per il mese prossimo le attività in alcuni stabilimenti di assemblaggio e produzione motori in Italia, tra cui quelle relative alla Fiat Panda.

La nota emessa il 16 ottobre ha già indicato chiusure programmate che interesseranno gli stabilimenti di Pomigliano d’Arco, Termoli e Pratola Serra per diversi giorni, nel periodo compreso tra l’11 e il 29 novembre. Le quali si vanno ad aggiungere alla sospensione della produzione fino al primo giorno di novembre nello storico stabilimento di Mirafiori. In quello che è considerato il simbolo dell’industrializzazione italiana si producono la city car elettrica a batteria Fiat 500e e due auto sportive Maserati. La situazione al suo interno è talmente difficile da spingere la FIOM ad accusare Stellantis di aver letteralmente desertificato l’impianto. Con ricadute su un indotto che non a caso guarda con interesse all’ipotesi di uno sbarco di Dongfeng in Piemonte.

Il gruppo italofrancese garantisce la continuità delle operazioni in Italia

Nella nota pubblicata, Stellantis ha anche affermato di essere determinata a “garantire la continuità” delle sue operazioni in Italia. Non senza sottolineare comunque di trovarsi di fronte a un percorso impegnativo, tale da richiedere scelte difficili e che, comunque, non offre soluzioni facili.

Parole che sembrano l’anticipazione di una nuova ondata di licenziamenti, ipotesi che non è stata negata neanche dai vertici aziendali. Soprattutto se le cose non dovessero migliorare nell’immediato futuro. Nel frattempo, l’azienda si avvale di quelle sospensioni della produzione che possono aiutarla a smaltire un inventario gonfiato a dismisura nei mesi passati. Un segnale in tal senso arriva dal Nord America, ove il gruppo punta ora ad avere non più di 330mila veicoli negli inventari dei concessionari entro la fine dell’anno.

Fiat Panda

Per quanto concerne la Fiat Panda, secondo i dati pubblicati dai ricercatori di mercato di Dataforce, le sue vendite europee sono scese a 3.873 unità ad agosto, rispetto alle 6.505 dello stesso mese del 2023. Un vero e proprio crollo che ha evidentemente convinto Stellantis a ricorrere per ora alla sospensione produttiva.

Resta da capire se la situazione possa migliorare in tempi rapidi o se Stellantis si stia avvitando in una situazione simile a quella che sta affrontando il Gruppo Volkswagen in Germania. Il mercato continua infatti ad essere in grande difficoltà, riservando colpi duri praticamente a tutti, o quasi. Frutto di scelte sbagliate anche a livello politico, che ora vengono contestate sempre più apertamente dai massimi dirigenti dell’automotive europeo.

Oltre che dai sindacati, i quali stanno facendo rullare i tamburi in vista di un autunno che promette di essere estremamente caldo. A partire da quelli operanti proprio negli stabilimenti Stellantis disseminati lungo la penisola.

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