Stellantis, Tavares: “Impianti italiani a rischio senza sussidi”

M Magarini
Carlos Tavares, ad di Stellantis, minaccia: gli impianti italiani sono a rischio se il Governo eviterà di concedere dei sussidi
Carlos Tavares

Carlos Tavares imputa all’Italia di non adoperarsi abbastanza per proteggere i posti di lavoro nel settore automobilistico. Ma non finisce qui: l’alto dirigente minaccia di tagliare la produzione negli stabilimenti nazionali. Il governo, capitanato da Giorgia Meloni, replica puntualmente, invitando Stellantis a chiedere un aumento del capitale sociale francese nel gruppo, se lo desidera. Schlein e Conte ne approfittano e propongono l’ingresso del nostro Paese nell’azionariato societario.

Gli impianti Stellantis sono a rischio senza sussidi

Stellantis

Non si affievolisce la guerra verbale a distanza tra Stellantis e l’esecutivo italiano. In un recente intervento ai microfoni, Giorgia Meloni ha ammesso di serbare parecchi dubbi circa le velleità del conglomerato, che tende a spacciare come italiani dei modelli delocalizzati altrove. Qualora la società intenda puntare sul Made in Italy, allora oltre alle parole servono i fatti. Nelle ore successive, il colosso dei motori ha risposto mediante dati ufficiali, volti a certificare l’impegno lungo la penisola italica. Tuttavia, qualcosa di inespresso rimaneva, confermato dall’ultima uscita di Tavares. Nel mentre, i sindacati seguono con la massima attenzione gli sviluppi, preoccupati del possibile impatto sui livelli occupazionali.

Il 2024 costituirà un anno sperimentale nell’ambito degli incentivi all’acquisto delle auto elettriche. Certo, il provvedimento è stato emanato un paio di anni fa, quando ancora regnavano Mario Draghi e i suoi ministri. Ma quest’anno si profilano delle grosse novità, dirette a sollecitare il rinnovo del parco circolante, verso mezzi meno impattanti sull’ambiente. Il 1° febbraio il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, illustrerà il testo alle associazioni di categoria. Tra i punti chiave, sembra che vi sarà pure un bonus del 25% all’acquisto per le fasce più deboli della popolazione, aventi un reddito ISEE inferiore ai 30.000 euro. In aggiunta, l’idea è di destinare le agevolazioni anche all’usato.

Stellantis

Qualora l’obiettivo di incrementare l’attività in Italia verrà fallito, allora le risorse saranno destinate a nuovi investimenti e alla creazione di una seconda casa nei nostri patri confini.

La tesi di Tavares espressa a Bloomberg è cristallina: l’Italia non si sarebbe adoperata abbastanza a salvaguardare l’occupazione nel settore. Di conseguenza, valutano dei tagli laddove la situazione rimarrà invariata. Urso ribatte sottolineando la volontà dell’Italia di non voler entrare nell’azionariato di Stellantis, ma di essere disposta a cooperare con l’azienda al fine di rilanciare il comparto nel Belpaese.

Il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, ha chiesto un incontro urgente con la premier, Giorgia Meloni, e con l’amministratore delegato di Stellantis al fine di discutere delle prospettive legate al territorio.

Lo scenario è ingarbugliato, pieno di nodi da sciogliere. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere gli scenari e le intenzioni delle controparti, tra cui non corre affatto buon sangue al momento. Accantonare le acredini è, però, essenziale; altrimenti, a rimetterci saranno, come al solito, soprattutto i lavoratori.

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