Tesla torna a scuotere il mercato, da qualche tempo un po’ fiacco, con una serie di aggiornamenti significativi alle sue regine elettriche, la Model 3 e la Model Y. La berlina guadagna chilometri preziosi in tutte le versioni e, soprattutto, segna un inatteso ritorno al passato: i tanto discussi comandi degli indicatori di direzione tornano finalmente al loro posto. La Model Y, dal canto suo, non li aveva mai persi, ma non disdegna un bonus di autonomia grazie a batterie riviste e più performanti.
La notizia più ghiotta riguarda la Model 3 Long Range Propulsion, che ora dichiara fino a 750 km di autonomia WLTP con i cerchi da 18 pollici, contro i 702 precedenti. Un salto che mette la berlina americana a un passo dall’attesissima Mercedes CLA, capace di arrivare a 800 km nella versione Progressive Line 250.

La Model 3 Propulsion passa invece da 513 a 520 km di autonomia con i cerchi da 19” (che diventano circa 554 con quelli da 18”), la Long Range integrale sale a 716 km rispetto ai 678 precedenti, mentre la Performance tocca quota 571 km, un bel balzo rispetto ai 528 iniziali. Anche la Model Y Long Range sorride, perché da 586 km si passa a 629 km, grazie a celle più dense e quindi più generose.

Ma l’aggiornamento che farà discutere non riguarda le batterie, bensì il volante. Dopo aver eliminato gli steli tradizionali degli indicatori nel restyling, Tesla aveva costretto gli automobilisti a usare tasti poco intuitivi, una scelta che in rotatorie e incroci complicati faceva rimpiangere i “vecchi tempi”.
Ebbene, il marchio californiano ha deciso di tornare sui propri passi: i classici comandi sono di nuovo disponibili sulla Model 3. Non è chiaro però se i clienti che hanno già ricevuto il restyling potranno beneficiarne, almeno fuori dalla Cina, dove l’aggiornamento è stato già confermato.
Nonostante l’aumento dell’autonomia e il ritorno di funzioni più amate, i prezzi restano invariati. Tesla, in pratica, allunga la strada percorribile e regala un pizzico di nostalgia senza chiedere un euro in più.