Trent’anni, quanto pago di bollo?

Natale LiVecchi Autore Auto
bollo auto

bolloauto[1]Sul pagamento del bollo per particolari categorie di automobili, nello specifico quelle storiche, si è creata una particolare situazione di confusione soprattutto a partire dall’abrogazione dei commi 2 e 3 della legge 342/2000 contenuto nella Legge di Stabilità 2015. Da quel momento auto da definirsi storiche sono quelle che hanno compiuto il trentesimo anno e non venti come si considerava in precedenza.

La norma effettivamente cancellata implicava il pagamento di un bollo ridotto e fissato a 25 euro per auto circolanti che avevano compiuto venti anni. Importante chiarire perciò che la principale modifiche riguarda lo spostamento del limite di età da venti a trent’anni.

Bisogna perciò fare una distinzione tra veicoli ventennali e trentennali e comprendere così l’esatta valenza del provvedimento. Le automobili appartenenti alla prima categoria rappresentano veicoli di particolare interesse storico o collezionistico con annate di costruzione che vanno da venti a ventinove. La seconda tipologia invece comprende veicoli di eguali caratteristiche ma costruiti da trent’anni a questa parte. C’è da dire però che la Legge non è stata ugualmente recepita da tutte le regioni, proprio per questo si verificano squilibri nell’effettivo importo da pagare che non è unico e quindi anche differenziazioni nell’applicare la nuova norma, essendo il bollo effettivamente una tassa regionale.

Infatti c’è chi ancora oggi prevede agevolazioni anche per le auto che abbiano compiuto il ventesimo anno di età e chi effettivamente fa pagare il bollo normalmente. In definitiva un veicolo che abbia compiuto invece il trentesimo anno di età gode del privilegio di pagare una tassa fissa annuale, fissata mediamente in 25 euro. La tassa tuttavia può essere non pagata se il veicolo non circola su strada o su aree aperte al pubblico. Al contrario se dovesse circolare regolarmente dovrà quindi pagare la tassa che gli spetta, da segnalare che i prezzi possono raggiungere tetti massimi dell’ordine dei 30 euro.

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