Nel 2021 Citroen ha lanciato una sfida ambiziosa ai colossi tedeschi del segmento D con l’introduzione della C5 X, una berlina dalle linee ibride che fondeva l’eleganza di una station wagon con l’altezza e l’imponenza di un SUV coupé.
Con una lunghezza di 4,8 metri e un’altezza di 1,48 metri, questo modello voleva rappresentare un’alternativa audace alle regine del mercato come Audi A4, BMW Serie 3 e Mercedes Classe C.

Assemblata nello stabilimento di Chengdu, in Cina, grazie a una joint venture tra Stellantis e il costruttore locale Dongfeng, la C5 X era stata concepita per soddisfare sia le esigenze del mercato asiatico che per tentare un’incursione nel competitivo scenario europeo.
La Citroen C5 X ha offerto motorizzazioni ibride leggere o plug-in, con rispettive etichette ambientali “Eco” e “Zero”, interni curati e una dotazione tecnologica completa. Tuttavia, il suo posizionamento di prezzo, compreso tra 35.000 e 50.000 euro, ha rappresentato un ostacolo difficile da superare. Per un costo simile, gli acquirenti europei potevano puntare su modelli premium di produzione locale, come la Skoda Octavia RS, o accedere alle entry-level della Serie 3 o della Classe C, percepite come più affidabili e desiderabili, grazie al prestigio del marchio e alla produzione europea.

La C5 X si è dunque rivelata un flop commerciale in Europa, con appena 4.296 unità vendute nel 2024, a fronte delle oltre 90.000 Serie 3 immatricolate nello stesso periodo.
Di fronte a questi numeri, Citroen ha deciso di ritirarsi dal segmento D, lasciando campo libero alla Peugeot 508, che per ora tiene testa ai rivali. Non si poteva fare altrimenti, nonostante il grande investimento iniziale e l’importanza di un modello simile per l’Europa. Il brand del Double Chevron concentrerà ora le proprie energie sui segmenti B e C, dove ha già lanciato le nuove C3, C3 Aircross e C4, puntando su SUV compatti e auto urbane più accessibili.