Un altro morto per lo scandalo globale legato agli airbag difettosi prodotti dalla giapponese Takata che torna a scuotere Stellantis: il marchio Citroën e in misura minore DS. Il guaio nasce negli scorsi anni e ha coinvolto l’azienda francese soprattutto lo scorso anno (ma anche tante altre Case a livello planetario). Ora c’è il decesso di una donna a Reims, in Francia, a seguito dell’esplosione del dispositivo di sicurezza installato sulla sua Citroën C3. Dopo l’incidente, il ministro dei Trasporti francese, Philippe Tabarot, ha chiesto il ritiro dalla circolazione di tutte le Citroën C3 e DS3 interessate dal richiamo sugli airbag Takata e che ancora non hanno beneficiato della sostituzione del dispositivo. A renderlo noto è stata la Cellula Investigativa di Radio France.
Mentre cercava di evitare un mezzo pesante, la vittima, una donna sulla quarantina, ha urtato il guardrail sulla superstrada. Il suo airbag si è aperto. L’auto si è fermata più avanti lungo la banchina. Il personale di emergenza sul posto è rimasto sorpreso nel constatare l’entità della ferita al volto. Questo è il trauma facciale caratteristico degli incidenti che coinvolgono gli airbag Takata.
Fake news passeggeri
Occhio a quanto leggete in giro: qualcuno scrive che il problema riguarda solo i passeggeri. Fesserie: riguarda tutti gli occupanti, ossia guidatore più eventuali passeggeri.
Attivazione immediata di Stellantis: stop totale
La misura si è trasformata rapidamente in una decisione da parte del Gruppo Stellantis. Che ha annunciato il blocco immediato di 441 mila veicoli in tutta Europa, indipendentemente dall’anno di produzione. Di questi, 82 mila si trovano in Francia. “Data la situazione attuale, abbiamo deciso di mettere i veicoli in modalità ‘stop drive’ per accelerarne la gestione e la riparazione”, ha dichiarato Xavier Chardon, CEO Citroën, in un’intervista ad AFP. Si tratta di una mossa senza precedenti nella storia recente della società e che riguarda anche esemplari già oggetto di precedenti campagne di richiamo.
Airbag Takata e morte: che accade
Gli airbag prodotti da Takata, marchio giapponese fallito nel 2017, risultano potenzialmente letali. Un propellente chimico, con il tempo e sotto particolari condizioni climatiche (soprattutto caldo e umidità), si degrada e può provocare l’esplosione del dispositivo in modo incontrollato: parti metalliche dell’airbag possono essere proiettate con violenza nell’abitacolo, ferendo gravemente o uccidendo chi è dentro.

Siamo a quota 18 morti
A oggi si contano 18 vittime in Francia per via del disastro Takata. A marzo, un ulteriore decesso si era verificato nella regione d’oltremare di Guadalupa. Numerosi feriti, tra cui un adolescente rimasto coinvolto nello stesso incidente di Reims. Il richiamo interessa veicoli prodotti tra il 1998 e il 2019 e coinvolge Honda, Toyota, Nissan, BMW, Volkswagen, Ford, Tesla e Ferrari. Tutte impegnate in campagne di sostituzione di milioni di airbag difettosi in tutto il mondo.
Francia e Germania le più bersagliate
La nuova direttiva di blocco interessa principalmente Francia, Germania e Belgio, ma si estenderà a tutti i mercati europei dove i modelli C3 e DS3 risultano ancora in circolazione con airbag Takata non sostituiti. In Francia, una prima fase ha preso avvio nella primavera 2024 nel Sud del Paese, mentre a inizio 2025 era prevista l’attivazione a Nord.
Polemiche boom in Francia per il caldo
Il Gruppo Stellantis aveva avviato un primo richiamo nel maggio 2024 per i veicoli del sud della Francia, zona considerata a maggiore rischio per via del clima più caldo e umido. Solo a inizio 2025, con un ritardo di otto mesi, l’allarme è stato esteso al Nord, chiedendo a 250.000 automobilisti di cessare immediatamente l’uso delle loro C3 e DS3. Scelta contestata dalla rivista francese “60 Millions de Consommateurs”, che già un anno fa segnalava come pure al Nord faccia caldo ogni tanto. In questi giorni Parigi si prepara a schizzare oltre i 35°C: chi vive al Nord può recarsi al Sud con la propria auto.
Dubbio senza conferme
In Francia, è bufera senza precedenti. Nei social, si sostiene come la vittima più recente non abbia ricevuto comunicazione di richiamo dalla Casa: mistero sulla questione della notifica. Ipotesi nostra: il costruttore ha inviato regolare comunicazione.
Dolori per tutti
Allora, ricapitolando: l’airbag maledetto è su parecchi modelli di varie Case. L’associazione di consumatori UFC‑Que Choisir ha presentato il 19 maggio un esposto contro BMW, Mercedes, Toyota e Volkswagen: avrebbero reagito solo sotto pressione mediatica, con comunicazioni tardive, incomplete e poco trasparenti. Comunque, hanno già richiamato milioni di veicoli in tutto il mondo per sostituire gli airbag difettosi.

Soldi in cambio?
Ad aprile 2025, il Tribunale delle Imprese di Torino ha dichiarato ammissibile la class action promossa dai Consumatori contro Groupe PSA Italia e Stellantis. Al centro il difetto gravissimo degli airbag Takata installati su circa 190 mila Citroën C3 e DS3 prodotte tra il 2009 e il 2019. Il risarcimento è di 285 milioni di euro. Uno: 30 euro al giorno per ogni periodo in cui il veicolo non è utilizzabile; 1.500 euro per il danno morale, in particolare il disagio psicologico derivante dalla consapevolezza di guidare un’auto potenzialmente pericolosa. Gli automobilisti coinvolti avranno 150 giorni di tempo per aderire alla class action, attraverso una pagina dedicata sul sito ufficiale del Codacons. La prossima udienza è fissata per novembre 2025, quando il giudice dovrà quantificare l’entità del risarcimento a ogni consumatore.
Le colpe di Takata, il danno d’immagine per Stellantis
Al di là dei quattrini, qui c’è un danno d’immagine per Stellantis. Ripercussioni reputazionali più che economiche. D’altra parte, forse era necessario fare subito tabula rasa con un esborso enorme. Cioè? Ritiro di tutte le macchine insidiose, sostituzione con noleggio a lungo termine gratis. A mali estremi, estremi rimedi. Colpa di Takata, si sa. Il produttore nippo aveva nascosto il fatto che le capsule di gas dei suoi airbag potevano esplodere, scagliando frammenti di metallo alla velocità di un proiettile di revolver nell’abitacolo dell’auto: ha quindi consentito a numerosi produttori di installare questi airbag potenzialmente mortali in milioni di auto in tutto il mondo. Ma qualche soluzione definitiva – per le Case auto che si sono appoggiate a questo fornitore – ci sarà pure.
Col carro attrezzi
Vale la nostra prima raccomandazione, per la quale siamo stati sbeffeggiati nel web e nei social. L’auto – prima della riparazione – non si guida. Ovunque sia, va portata in officina per il richiamo con carro attrezzi. Prima la salute. In quanto o l’auto si può guidare oppure no; o c’è pericolo di morte o no. Chissà, forse ora qualche leone da tastiera non avrà nulla da ridire.
Problema per chi ha l’auto bloccata: come si muove?
Adesso il disastro è per chi ha l’auto paralizzata: come si muove? Se necessitava della vettura, era per comodità, libertà, lavoro, sport. Resta appiedato. Chissà: si vedranno eventuali futuri accordi con la Casa.