Volkswagen Tiguan 2023, tutti i dettagli: esterni, interni, tecnologia, prezzi, uscita

M Magarini
Volkswagen Tiguan 2023

La virtù sta (spesso) nel mezzo. Da circa la metà dei primi anni Duemila una delle best seller di casa Volkswagen è la Tiguan, la quale vanta un colpo d’occhio di assoluto rilievo. Lo sport utility di matrice tedesca ha visto la luce nel 2007 e non si è pressoché mai più fermato. L’evoluzione di generazione in generazione è sempre riuscita, fino all’epoca odierna, quando conserva una posizione di assoluto prestigio. Fedele allo spirito originale, il modello ha saputo seguire i trend più in voga sul mercato. Dapprima è passato al restyling nel 2011, quindi è toccato alla seconda generazione tenerne alto il nome. Che, rilasciata nel 2015, ha ricevuto un upgrade cinque anni dopo. Quello era il facelift di metà carriera, necessario a preservarne l’appeal.

Presto verrà di nuovo il turno di mettersi in gioco, sulla base di quanto è stato fatto di buono in passato. A differenza di certi esemplari, all’esordio nel comparto, la Casa di Wolfsburg ha una “griffe” importante da valorizzare. E cercherà di non tradire le attese del pubblico affezionato, con il terzo atto di una serie davvero fortunata. Andando alla radice, l’identità sarà mantenuta, come logico che sia. Saremo sempre in presenza di uno sport utility di taglia media, uno dei segmenti di tendenza del recente periodo.

Oltre agli sforzi che verranno, senza ombra di dubbio, attuati nelle tecnologie, bisogna capire se gli interni passeranno l’esame pure sul versante dei materiali. Inoltre, è forte la curiosità di scoprirne gli esterni: assomiglieranno al predecessore oppure rimescoleranno le carte? Infine, resta da capire cos’abbia in serbo la compagnia in termini di motorizzazioni. Come andremo a vedere nei paragrafi seguenti, la VW promette di accontentare soprattutto chi ha a cuore le sorti del Pianeta.

Volkswagen Tiguan: gli esterni

Volkswagen Tiguan 2023

Risalgono a qualche mese fa le immagini ritraenti i muletti della nuova Volkswagen Tiguan. Coglierne allora i dettagli era alquanto complicato, dato l’ampio camouflage adottato dall’azienda. Che preferiva non dare troppo nell’occhio, senza, però, venire del tutto ignorata. I “paparazzi delle quattro ruote” hanno sempre la soglia di guardia alta. E non si sono lasciati sfuggire l’occasione di ritrarre i prototipi nelle prove di collaudo. A qualche tempo di distanza sono fuoriusciti ulteriori scatti, altrettanto curiosi.

Nemmeno in tale circostanza se n’è andato via il camouflage. Se non altro, però, è stato possibile posare gli occhi sulla carrozzeria da differenti angolazioni. L’aspetto evidente è la volontà dei piani alti di voltare pagina. Pur grati del successo riscosso, ritengono necessario rivedere le linee, affinché abbiano un’iniezione di personalità. Alla pari di eccellenti competitor, la VW crede sia opportuno optare in favore di un look deciso. Della serie, l’importante è che se ne parli.

Il percorso intrapreso accontenterà qualcuno e deluderà altri. Ma è sempre così, nel momento in cui prendi una netta posizione, senza accontentarti delle mezze misure. Forse le sarebbe bastato nel suo caso, ma la bagarre per aggiudicarsi o difendere delle quote di mercato lo impone.

Denotano una personalità decisa i tratti contemporanei e dall’ascendente sportivo. Insomma, la “s” di sport avrà pari importanza alla “u” di utility. A ogni modo, ciò non equivale a tabula rasa. Anzi, da un’analisi accurata si notano vari tratti in comune rispetto alla connotazione estetica della famiglia ID. In comune vi è, soprattutto, la motorizzazione, in linea con la piega assunta dalla filiera.

Di ciò ne parleremo, comunque, verso il fondo dell’articolo, con un approfondimento a parte sul “cuore pulsante” della Volkswagen Tiguan. Intanto, soffermiamoci sulla definizione grafica, forte di superfici più levigate e dai gruppi ottici a LED che abbracciano l’intera carrozzeria, sia davanti sia dietro. Alla radice riconosciamo lo spirito classico, ovvero quel family feeling tanto apprezzato dagli acquirenti.

Interni

Voltiamo pagina e prendiamo in analisi l’abitacolo, uno spunto altrettanto valido di discussione. Anzi, secondo le indiscrezioni provenienti da fonti vicine alla compagnia teutonica riferiscono di lavori ancora più assidui. A grande richiesta, la dotazione di bordo mostrerà dei considerevoli aggiornamenti, una manna dal cielo specialmente nella prospettiva dei giovani conducenti. La cabina di comando annovererà dotazioni in toto digitalizzate, destinate a soppiantare l’analogico, ormai superato. Il monitor desterà delle impressioni favorevoli, generoso nelle dimensioni così da favorirne la fruizione da parte degli occupanti. In aggiunta, l’head-up display sarà evoluto, fedele specchio dei progressi avvenuti negli scorsi anni.

I passi in avanti, compiuti dapprima dai colossi del ramo informatico, hanno indotto i player della filiera automotive a fare altrettanto. Sebbene non sia il loro ambito di competenza, una volta messo il piede sull’abitacolo pare quasi di trovarsi in una sorta di navicella spaziale. Le funzioni di infotainment avranno un upgrade, dei quali verremo a conoscenza nei mesi a venire, e sarà interessante scoprire i sistemi ADAS, ovvero ausiliari alla guida. Le operazioni di manovra verranno agevolate dalle sofisticate soluzioni poste in essere, dirette ad aver perfettamente il quadro della situazione su strada, senza provocare distrazioni. Colui che ha il volante in mano avrà vita facile nell’utilizzo del mezzo, come già sapranno gli acquirenti dei modelli del Volkswagen Group da poco approdati nelle concessionarie.

Per il resto, è presumibile un salto di qualità in termini di materiali. Pur non aspettandoci un livello premium, ad esempio quello garantito dalla cugina Audi, dei miglioramenti avranno luogo. Sull’occupabilità ci attendiamo uno spazio analogo alla seconda generazione, capiente a sufficienza da ospitare un’intera famiglia. In lunghe ed impegnative trasferte, magari alla volta di lontane mete di vacanza, la comodità assicurata assicurerà giudizi favorevoli.

Volkswagen Tiguan: motori

È assodato che mai come oggi le aziende stiano effettuando degli enormi investimenti nella transizione elettrica. Le pressioni esercitate dalle istituzioni comunitarie lo imponevano; pertanto, lo stesso Volkswagen Group si è unito alla partita. Da piani, nel 2035 i motori a combustione interna saranno tolti di mezzo, eccezion fatta per i carburanti sintetici, sui quali la Germania è riuscita ad avere la meglio nel braccio di ferro con la Commissione UE. Dieci anni prima, a partire dal 1° luglio 2025, entrerà in vigore lo standard di emissioni Euro 7. Pur ammettendo gli ICE, i vincoli posti saranno parecchio stringenti.

Consapevoli di ciò, le compagnie hanno in mente di virare direttamente sulle bev. Nel Vecchio Continente e in altri territori di importanza strategica, i principali conglomerati affineranno, in parallelo, le attuali architetture. L’ipotesi più plausibile è che la VW commercializzerà a partire dal futuro rilascio una versione a batteria della Tiguan, presi degli accorgimenti. Difatti, la realizzazione imporrebbe degli interventi specifici sul pianale MQB Evo, altresì a disposizione degli altri brand della società teutonica.

La proposta a trazione 100 per cento elettrica andrebbe a occupare la posizione più elevata della famiglia. Sul lato opposto vi saranno i sistemi mild hybrid, orientati al low cast. La edditività dipendere, comunque, anzitutto dai powertrain plug-in hybrid. Sbilanciarsi sui range di potenza è, al momento, prematuro. Delle stime iniziali saranno disponibili nel proseguo, verso l’avvicinarsi dello sbarco della Volkswagen Tiguan. Per quanto riguarda i prezzi, il listino dovrebbe partire da circa 35 mila euro, o anche 40 mila.

 

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