Xpeng, lo sbarco in quasi 40 nuovi Paesi entro la fine dell’anno

Dario Marchetti Autore
L’azienda deve però fare i conti con le tensioni tra Cina da una parte, e USA e UE dall’altra
Un modello di Xpeng

La startup cinese di veicoli elettrici Xpeng sta intraprendendo una strategia di larghissimo respiro, per riuscire a garantirsi un’affermazione a livello globale. Sarebbero infatti quasi 40 i nuovi Paesi in cui il produttore cinese intende sbarcare entro la fine dell’anno in corso. Un novero in cui sono compresi molti Stati europei, oltre a Australia, Thailandia, Malesia, Singapore e Emirati Arabi Uniti.

Un discorso a parte merita proprio l’Europa, alla luce della discussione in atto sui dazi aggiuntivi decisi dalla Commissione Europea sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina. Nel caso in le nuove tariffe fossero approvate, infatti, la casa asiatica si troverebbe a doverne versare una pari al 21,3%, da aggiungere a quella già in vigore del 10%. Un livello di imposizione tale da spingere l’azienda a preventivare la costruzione di siti produttivi lungo il Vecchio Continente, in modo da non esserne soggetta.

Xpeng, i piani per lo sbarco in Europa sono ancora allo stato embrionale

Il discorso relativo a quello che potrebbe accadere in Europa, è stato affrontato nel corso di una conversazione tra Brian Gu, il vicepresidente del marchio cinese, e Bloomberg. Durante la quale il numero due della società asiatica ha sottolineato che i piani per la produzione europea, pur essendo effettivamente in fase di discussione, si trovano comunque in una fase embrionale.

Xpeng G9

Al proposito, Brian Gu ha rilasciato le seguenti parole: “Stiamo valutando diverse opzioni, che vanno dalla produzione su contratto alla collaborazione con stabilimenti esistenti, o anche pensando a nuovi stabilimenti. Ma siamo ancora ai preliminari”.

Sempre secondo Gu, Xpeng intende diventare un vero e proprio leader in Europa e per riuscire a farlo deve dare priorità alle esigenze e ai desideri dei clienti locali. Un esempio in tal senso è quello rappresentato dalla predilezione da parte loro di buoni strumenti di navigazione, ritenuti più utili rispetto a quelle funzioni multimediali che riscuotono invece il gradimento degli acquirenti cinesi.

Gu ha quindi aggiunto: “Essere più locali non è solo per via delle tariffe. Come azienda, dobbiamo aspirare a essere leader in un mercato come l’Europa. Dobbiamo pensare a diventare più locali. Dobbiamo avere un team più locale per costruire un marchio più locale e avere anche una presenza più locale”.

La questione dei dazi potrebbe complicare il discorso

Occorre comunque sottolineare che la conversazione con Xpeng è avvenuta prima del voto sui dazi che la Commissione Europea intende applicare sui veicoli elettrici provenienti da Pechino e dintorni. Un voto che potrebbe in effetti complicare tutto.

Nei giorni precedenti allo stesso, infatti, il governo cinese aveva recapitato un messaggio ben preciso alle proprie case automobilistiche (e non solo): non investite in Europa. Un vero e proprio avvertimento che le aziende non possono certo ignorare. Come è dimostrato dal caso di Dongfeng, che subito dopo la comunicazione dell’esecutivo ha fatto sapere di non essere intenzionato per ora a entrare in Europa con propri siti produttivi.

Considerato il clamore che aveva accompagnato le indiscrezioni che volevano il marchio in trattativa con il governo italiano per l’apertura di uno stabilimento, si può facilmente capire come anche Xpeng potrebbe ben presto mettere in un cantuccio i piani in tal senso. Almeno in attesa di una risoluzione, in un senso o nell’altro, della tenzone tra UE e Cina.

Xpeng, interessa anche il mercato degli Stati Uniti

Se nella lista dei Paesi in cui Xpeng intende affacciarsi da qui alla fine dell’anno mancano gli Stati Uniti, non manca certo l’interesse per quello che è uno dei mercati planetari più grandi in assoluto. In questo caso, però, non è ancora chiaro se e quando l’azienda potrà entrare.

Xpeng G6

Nel corso della conversazione con Bloomberg, in fatti, Gu non ha esitato a riconoscere la grande importanza degli Stati Uniti, anche per il fatto che si tratta di un mercato maturo dal punto di vista dell’innovazione tecnologica.

Sulla questione pesa però come un macigno la contrarietà espressa dall’amministrazione Biden verso le case cinesi. Non solo per quanto riguarda le auto elettriche, ma anche per le vetture connesse. Tanto da spingere il numero due di Xpeng ad affermare: “Ma in questo momento, la politica si sta evolvendo e sta rendendo difficile l’ingresso delle aziende cinesi”. Resta da capire se le divergenze siano destinate ad aggravarsi o ad appianarsi.

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