Se in Europa il mercato delle auto elettriche è obbligato a convivere con alcune difficoltà di non poco conto, in altre parti del globo gli EV stanno invece sfondando nell’immaginario collettivo, oltre che da un punto di vista commerciale. In particolare in Cina, con il gigante asiatico che sembra ormai aver metabolizzato alla perfezione l’idea di un modello di mobilità sostenibile, fondato proprio sull’elettricità. Attenzione, però, perché proprio dalle parti di Pechino sta prendendo vigore una novità di non poco conto, che sembra destinata a spostare in maniera notevole i termini della questione. Stiamo parlando degli EIV, ovvero delle auto non solo elettriche, ma anche intelligenti. Ma di cosa si tratta, realmente?
EIV: di cosa si tratta?
Nel corso degli ultimi anni, il dibattito in seno all’industria automobilistica si è focalizzato in particolare sul concetto di EV, acronimo di Electric Vehicle. Le auto elettriche hanno in effetti monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica, prefigurando un futuro più sostenibile per i trasporti leggeri.

Ora, però, il quadro sembra destinato a mutare in maniera sostanziale. Rendendo praticamente obsoleto il concetto di auto elettrica. A renderlo tale l’avvento degli EIV, acronimo di Electric Intelligent Vehicle, che tradotto nella nostra lingua significa veicolo elettrico intelligente.
Una tendenza che è nata proprio all’ombra della Grande Muraglia, mentre il resto del mondo si attardava a disquisire di semplici auto elettriche, non capendo che già ora le stesse rischiano di rivelarsi inadeguate per il modello di mobilità del futuro.
Nel frattempo, il mercato cinese ha già adottato il nuovo concetto. I nuovi veicoli elettrici costruiti in loco, infatti, non puntano solo sulla motorizzazione, ma allargano la loro visuale alle tecnologie di ultima generazione. In grado di dare vita a funzionalità di livello molto più elevato rispetto a quello garantito dai tradizionali veicoli che montano un propulsore termico o ibrido. Il tutto, peraltro, a costi accessibili anche agli strati popolari. Gli stessi che, in Europa, sono al momento tagliati fuori dalla mobilità green.
In Cina le EIV sono già una realtà significativa
Occorre peraltro sottolineare come in Cina il discorso sugli EIV non rientri nel campo del futuribile. I veicoli elettrici intelligenti, anzi, sono già una realtà con cui le case devono fare i conti. Basti pensare, in tal senso, alla SU7 di Xiaomi, lanciata nel corso del 2024 dall’azienda che in Occidente era associata in precedenza alla telefonia mobile.

Un modello che alle innovative batterie messe a disposizione da CATL aggiunge un sistema di infotainment tale da rasentare l’incredibile, dando vita ad un mix tra guida assistita, connettività avanzata e domotica. Il prezzo di mercato, per una proposta così impegnativa, va a situarsi intorno ai 27mila euro. Come stupirsi del successo arriso alla vettura, alla luce dei prezzi necessari in Europa per assicurarsi una “normale” auto elettrica?
Per capire meglio la portata del debutto di Xiaomi, basta pensare a quanto affermato da Jim Farley, dopo averne guidato un modello. Secondo il CEO di Ford, i cinesi sarebbero anni avanti alla concorrenza occidentale. Tanto da rappresentare un vero e proprio pericolo esistenziale per loro. Detto quindi in parole povere: si rischia di chiudere se non si riesce a colmare il gap al momento esistente.
Non solo Xiaomi
I cinesi sembrano i primi ad aver preso per buone le parole dell’amministratore delegato dell’Ovale Blu. E hanno pensato bene di spostare ancora in avanti la frontiera, proprio facendo leva sugli EIV. A Xiaomi, infatti, si è ora andato ad affiancare il più grande produttore globale di auto elettriche, ovvero BYD.
Quello che è ormai considerato il portabandiera dell’automotive cinese, infatti, proprio di recente ha annunciato un maxi investimento pari a circa 14 miliardi di dollari, destinato allo sviluppo di nuovi sistemi di guida intelligente.
E anche CATL ha deciso di non poter lasciare sguarnito un fronte che promette di rivelarsi fondamentale nella futura battaglia per il predominio dui mercati automobilistici globali. L’azienda leader nel comparto delle batterie per EV, infatti, ha proceduto dal suo canto al lancio di un nuovo telaio, denominato Bedrock. E nel farlo lo ha indicato come il più sicuro al mondo attualmente esistente.
Bedrock sarà montato innanzitutto sulle vetture che porteranno il marchio Avatr, la casa automobilistica creata dalla stessa CATL nell’ambito di una collaborazione con Changhan Auto e Huawei. Stando alle indiscrezioni che circolano ormai da tempo, il nuovo telaio sarebbe stato proposto anche a Porsche, in vista del suo possibile utilizzo all’interno di un nuovo modello di lusso che il marchio tedesco dovrebbe condurre in porto grazie alle risorse messe a disposizione da facoltosi investitori arabi.
Il mercato sta largamente premiando le nuove idee provenienti dalla Cina
Una tendenza, quella a favore degli EIV, che il mercato sta premiando largamente, come abbiamo già ricordato in avvio. Il primo veicolo di Xiaomi, il SU7, ha infatti superato le vendite di Tesla Model 3, nel passato mese di dicembre. Tanto da chiudere il 2024 con ben 135mila esemplari venduti, quasi il doppio rispetto ai 70mila preventivati.

E continua a collezionare numeri da record, che sembrano peraltro dare conferma all’obiettivo indicato per l’anno in corso dal suo amministratore delegato Lei Jun. Che dando alla stampa la notizia sulle consegne effettuate, ha dichiarato che l’obiettivo per l’anno in corso è di 300mila vendite.
Numeri tali da preludere ad un bis, quello atteso da tutti per il nuovo SUV di Xiaomi, che si chiamerà YU7. Dovrebbe esordire sul mercato in estate e naturalmente l’attesa è molto forte. Aggiungendosi alle preoccupazioni della concorrenza, che probabilmente non si attendeva un risultato simile. Anche perché il SU7 non limiterà il suo raggio d’azione al mercato domestico. L’azienda ha infatti aperto un canale di distribuzione sul vecchio continente, Italia compresa. Ove le prime consegne sono attese per la fine del 2026 o l’inizio dell’anno successivo.
In questo quadro, non stupisce di certo l’intenzione sbandierata da BYD, di investire in maniera massiccia sui nuovi sistemi di guida intelligente. Restare fermi di fronte ad un’offensiva così insidiosa è un errore che potrebbe costare caro al più grande produttore cinese. Da evitare ad ogni costo.