Classifica Paesi europei col prezzo dell’elettricità più alto a luglio 2025: ripercussioni per l’auto in Italia

La classifica dei prezzi dell’elettricità nei Paesi europei a luglio 2025, in €/MWh, vede primeggiare l’Italia: pesanti conseguenze per l’auto.
Classifica Paesi europei col prezzo dell’elettricità più alto a luglio 2025 2 Classifica Paesi europei col prezzo dell’elettricità più alto a luglio 2025 2

Iniziamo dalla classifica dei prezzi dell’elettricità nei Paesi europei a luglio 2025, in €/MWh, frutto di una nostra elaborazione su dati Ember e Market Operator.

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  • Italia: 113,3 €/MWh
  • Ucraina: 107,4 €/MWh
  • Romania: 104,8 €/MWh
  • Ungheria: 103,7 €/MWh
  • Polonia: 103,4 €/MWh
  • Slovacchia: 99,8 €/MWh
  • Cechia: 93,2 €/MWh
  • Austria: 91,6 €/MWh
  • Germania: 90,0 €/MWh
  • Francia: 79,4 €/MWh
  • Spagna: 73,9 €/MWh
  • Svezia: 29,3 €/MWh

Italia: primo posto che fa solo tristezza e danneggia tutti

L’Italia è leader, addirittura a 113,3 €/MWh. Staccatissima, irraggiungibile. C’è una voragine con gli altri. Un primato triste che danneggia tutti. In fatto di auto, chiaro che le Case cerchino di stare il più possibile alla larga dalla nostra nazione: qui la bolletta aziendale fa paura. Se produci vetture nel Belpaese, i margini di profitto crollano. Siccome i costruttori sono aziende fatte per macinare utili, non sono attratti da Roma e dintorni. Sia le fabbriche tradizionali sia le Gigafactory sono energivore ai massimi livelli: chissà – ipotizziamo – che Stellantis abbia rinunciato alla fabbrica di batterie di Termoli pensando anche alla bolletta elettrica.

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Come seconda conseguenza, è immaginabile che il prezzo per fare il pieno elettrico o alla colonnina pubblica o alla wallbox per la propria BEV sia enorme. Qui tuttavia entrano in gioco mille altri fattori di ordine burocratico e amministrativo. 

Classifica Paesi europei col prezzo dell’elettricità più alto a luglio 2025: ripercussioni per l’auto in Italia

Freno alla competitività automotive

Trattasi di guaio strutturale che si traduce in un freno alla competitività mondiale. Il costo dell’energia assilla sia le Case auto sia qualsiasi altra azienda di qualunque settore. I costruttori in Germania (90 €/MWh) si lamentano: figuriamoci se avessero stabilimenti in Italia. Che non attirare investimenti esteri. Magari la Cina dell’auto ci trascura perché abbiamo detto sì ai dazi UE anti BEV Made in China, ma il costo degli elettroni incide. Si va verso una malinconica desertificazione industriale. Non ultimo, le famiglie prendono batoste tremende con le bollette, divenendo meno interessate a comprare beni carissimi come le macchine, con una conseguente contrazione dei consumi. 

Fra le numerose cause, l’Italia dipende dal gas. E – come membro UE – non compra più l’oro blu di Mosca di elevata qualità e di basso prezzo. Da noi, lo sviluppo delle rinnovabili va a rilento, con infrastrutture di rete inadeguate, Mentre siamo poveri di impianti di stoccaggio. Ogni tanto, a ondate, per questo si torna a parlare di nucleare: quand’anche ci si arrivasse, se ne discuterebbe fra una decina d’anni.

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