Auto elettriche: BMW e Continental presentano il motore ruota che le fa “volare”

M Magarini
BMW e Continental comunicano di unirsi a DeepDrive per lo sviluppo di un motore più efficiente, con un minore impiego di terre rare.
Motore DeepDrive

Le auto elettriche finora hanno seguito lo stesso approccio tecnico: si posiziona un modulo elettrico accanto agli assi, il più in basso possibile. Ma siamo sicuri che questa sia la soluzione migliore? Un’importante azienda tedesca, DeepDrive, sta mettendo in discussione ciò che molti considerano un dogma incontestabile, e ora si sta alleando con due rinomate aziende tedesche, BMW e Continental. In un comunicato ufficiale, le due aziende hanno annunciato il loro investimento nel progetto. Con la collaborazione e la condivisione delle competenze specifiche di ciascuna azienda, le parti sperano di raggiungere importanti traguardi. Scopriremo se sarà così o meno quando il progetto si avvicinerà alla fase di produzione, prevista attualmente per il 2026. Entro tre anni, quindi, dovrebbe vedere la luce la versione definitiva, a condizione che i lavori procedano spediti.

Il progetto prevede la creazione di un motore ruota, una soluzione che sarebbe una novità assoluta nel settore delle quattro ruote, sebbene sia già utilizzata nel settore delle due ruote. Secondo quanto comunicato dai progettisti, l’innovazione segnerà un notevole progresso nell’ambito della mobilità a zero emissioni, che richiede uno sforzo tangibile sia da parte delle istituzioni politiche che da parte dei produttori. Data la reputazione delle aziende coinvolte, ci sono ottime possibilità che il progetto avrà successo. Nei prossimi paragrafi, esamineremo le caratteristiche distintive di l’iniziativa rispetto alle proposte tradizionali e analizzeremo dettagliatamente la sua natura e le risorse apportate dalle nuove alleanze.

Auto elettriche: BMW e Continental rivoluzionano la propulsione con il motore ruota

Motore DeepDrive

Le auto elettriche rappresentano la nuova era della mobilità. Anche se ci sono alternative, almeno sulla carta, per ottenere una mobilità a zero emissioni, nessuna di esse ha ancora fornito le risposte sperate. Prendiamo ad esempio l’idrogeno, su cui Toyota ha ora ammesso di avere seri dubbi sul suo potenziale. In passato, l’azienda sembrava convinta del suo successo, ma qualcosa è cambiato. Il capo tecnico del gigante giapponese, ospite al Tokyo Motor Show, ha riconosciuto il fallimento della Mirai. Hanno fatto tentativi, ma non hanno ottenuto i risultati desiderati. Il limitato numero di infrastrutture di ricarica, che sono difficili da installare, ha influito negativamente sulle prestazioni commerciali.

Inoltre, l’idrogeno pone delle sfide da superare per evitare di rimanere bloccati al punto di partenza. L’alto dirigente dell’azienda non ha menzionato gli incentivi forniti dalla stessa azienda. Tuttavia, le istituzioni politiche hanno inviato segnali positivi a riguardo. Ad esempio, la Mirai viene venduta negli Stati Uniti con notevoli incentivi sia a livello statale sia federale, oltre alle eventuali promozioni offerte dall’azienda stessa. In Europa, invece, ogni veicolo a idrogeno della flotta dell’UE ha ricevuto un sussidio di 83 mila euro nello scorso decennio, contro i soli 85 euro forniti alle auto elettriche.

Le cose non vanno nemmeno bene per gli e-Fuel. Al contrario, i carburanti sintetici sono al centro di un’indagine destinata a suscitare molte preoccupazioni. Infatti, una task force dell’UE ha esaminato il loro impatto ambientale, e i risultati ottenuti sono sconcertanti. Se le regolamentazioni imposte dalle istituzioni venissero allentate per accontentare le lobby del settore, gli e-Fuel inquinerebbero cinque volte di più rispetto alle auto elettriche. Di conseguenza, gli autori dell’inchiesta hanno fatto appello alla Commissione affinché mantenga ferma la sua posizione e non si lasci influenzare dagli argomenti presentati dai promotori di queste tecnologie. In situazioni del genere, si rafforza la necessità di avviare una politica a favore delle auto elettriche, nonostante anch’esse presentino delle sfide da affrontare.

Lo scoglio del prezzo

Motore DeepDrive

Le auto elettriche continuano a essere piuttosto costose, troppo per molte famiglie. Attualmente, la Dacia Spring è ancora la regina delle vetture a basso costo, in vendita a 21 mila euro, seguita dalla Renault Twingo a 22 mila euro e dalla Citroen e-C3, recentemente presentata, proposta a 23.300 euro. Inoltre, ci sono ancora limiti legati alle emissioni nocive per l’ambiente. Uno studio condotto dall’Università di Harvard ha messo in luce le carenze delle auto elettriche. Secondo quanto affermano i ricercatori, l’efficienza economica si raggiunge solamente dopo aver percorso almeno 45 mila km con un’auto elettrica. Anche se ci sono chiari vantaggi durante l’uso quotidiano, la produzione delle batterie comporta un notevole rilascio di anidride carbonica, che rende necessario un utilizzo prolungato delle auto elettriche. Il raggiungimento dei 45.000 km rappresenta una soglia significativa che molte persone faticano a raggiungere nei primi anni di vita del veicolo.

In questo contesto, l’idea di DeepDrive è una delle più interessanti disponibili. Mediante una nota congiunta, l’azienda insieme a BMW e Continental ha presentato il motore-ruota, che elimina la necessità di terre rare. In particolare, riduce l’uso di magneti e materiali ferrosi del 50 per cento e dell’80 per cento, rispettivamente, con una conseguente riduzione dei costi fino al 30 per cento. Questo ha il potenziale per diventare un notevole vantaggio competitivo per le aziende, poiché consentirebbe loro di avere margini di manovra maggiori. La tecnologia si basa su un motore a flusso radiale a doppio rotore che aziona direttamente la ruota, con un diametro di almeno 18 pollici.

Gli sviluppatori confidano di apportare un contributo significativo allo sviluppo delle auto elettriche del futuro. Grazie allo spazio libero nel telaio, sarà possibile installare batterie di maggiore capacità, riducendo al contempo le spese relative a materiali e componenti. Inoltre, i tradizionali freni idraulici saranno sostituiti da freni a secco aggiuntivi, contribuendo all’efficienza economica, oltre a ridurre le dimensioni e il peso complessivo del veicolo. Questo comporterà un miglioramento delle prestazioni in termini di decelerazione, recupero di energia e impatto ambientale. I progressi compiuti sono particolarmente interessanti a causa della riduzione dell’uso di terre rare, che sono difficili da reperire e principalmente di origine cinese.

Una risposta per essere meno dipendenti della Cina

Il gruppo Volkswagen ha dichiarato che la Cina ha un notevole vantaggio competitivo sulla concorrenza, con almeno uno o due anni di vantaggio.

Essere troppo dipendenti dal grande Paese asiatico comporta il serio rischio di non essere più in grado di recuperare. Questa è l’opinione comune delle case automobilistiche, ed è difficile recuperare rapidamente. Le terre rare sono uno dei principali temi da affrontare.

Inoltre, la presenza limitata di elementi intermedi tra l’accumulatore e il sistema di trazione consente di ridurre la perdita di energia, garantendo un’efficienza notevolmente superiore. Di conseguenza, si prevede un aumento del 20 dell’autonomia.

In ogni caso, prima di accogliere il motore-ruota sviluppato da DeepDrive, sarà necessario del tempo da dedicare ai test e ai collaudi. Attualmente, la potenza generata non supera i 150 kW (204 CV) e 1.500 Nm di coppia massima nella versione ad alta tensione, compresa nel range tra i 400 e gli 800 Volt, con un peso di 32 kg e un’efficienza del 96,6 per cento.

Il responsabile dell’area business safety and motion di Continental, Matthias Matic, ha espresso l’ambizione di dare un forte impulso al successo della mobilità elettrica, combinando la leggerezza, l’accessibilità e l’efficienza del motore-ruota di DeepDrive con il sistema frenante efficiente di Continental.

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