Essere sul podio è sempre gratificante, ma talvolta essere secondi al momento giusto può aprire le porte a opportunità eccezionali. È esattamente quanto accadde a BMW nel 1995, quando, appena avviata la produzione nel nuovissimo impianto americano di Spartanburg, in South Carolina, si trovò nella posizione ideale per affiancare le Olimpiadi di Atlanta 1996 come sponsor ad alta visibilità.
Quello stabilimento, il primo costruito ex novo da BMW fuori dai confini tedeschi, non solo diede impulso economico a una regione in difficoltà, ma collocò l’azienda a poche ore dalla sede dei Giochi Olimpici. E fu proprio questa vicinanza logistica a giocare un ruolo chiave: la General Motors (GM) tentennava sulla sponsorizzazione della staffetta della torcia e BMW colse l’occasione al volo. Fu Victor Doolan, allora presidente di BMW North America, a decidere senza esitazioni: BMW sarebbe stata l’auto ufficiale della staffetta olimpica.

Da quel momento, BMW si assicurò un pacchetto di sponsorizzazione multimilionario, che comprendeva l’uso esclusivo del logo olimpico nelle campagne pubblicitarie. Venne nominata Fornitore Ufficiale Internazionale di Auto, affiancata da Nissan per i veicoli commerciali e dalla stessa GM come sponsor nazionale. Il risultato fu una visibilità straordinaria per i modelli prodotti negli USA, come la Z3 Roadster e la Serie 3 E36.
In particolare, la BMW 328i “Signature”, decorata con una mappa artistica del percorso della torcia, divenne simbolo itinerante dell’evento, toccando quasi 27.000 chilometri e oltre 10.000 tedofori, tra cui personalità come Al Gore, Bill Clinton, Muhammad Ali, e lo stesso Doolan.

L’iniziativa era anche accompagnata da una gamma di modelli celebrativi: dalla 525i Olympic Edition, in edizione limitata, alla motocicletta R 850 R dedicata ai Giochi, fino a una mountain bike pieghevole firmata BMW e Montague. Ogni mezzo rappresentava un tassello della strategia di BMW per radicarsi nel mercato americano.

La sponsorship olimpica del ’96 non fu solo marketing, ma un vero punto di svolta identitario per BMW negli States, trasformandola da semplice importatore europeo a costruttore riconosciuto a livello nazionale. La fabbrica di Spartanburg e la partecipazione ai Giochi, infatti, segnarono l’inizio di una nuova era, culminata nella trasformazione del brand in un attore chiave della mobilità americana.