Cosa rende davvero “sportiva” un’auto degli anni Novanta? Contrariamente alla classica risposta brutale, c’era una coupé comoda, ben equipaggiata, con climatizzatore che è diventata un’icona tra le auto da prestazioni. Non proprio spartana, ma una sportiva davvero di classe. Alla BMW, infatti, avevano un’idea diversa. E la M3 E36, presentata nei primi anni Novanta, è stata la perfetta sintesi di questa filosofia.
Questa M3, infatti, era una coupé 2+2 comoda e raffinata, capace però di esaltare anche il guidatore più esigente su strade ricche di curve. Diversamente dalla sua progenitrice più spigolosa, la leggendaria M3 E30, lei già regina delle corse turismo con oltre 150 titoli vinti, la nuova M3 del 1993 puntava a una sportività più matura.

Il telaio deriva dalla 325is, ma è stato ampiamente rinforzato: sospensioni riviste, assetto ribassato, freni della M5, sterzo più diretto e trasmissione manuale ZF a 5 rapporti, il tutto pensato per garantire controllo, agilità e piacere di guida. Il cuore pulsante della M3 E36 è un motore sei cilindri in linea da 3,0 litri a 24 valvole, evoluzione del 2.5 litri della 325is. Questa sportiva arrivava sul mercato con i suoi orgogliosi 240 CV e 305 Nm di coppia, offrendo una spinta decisa su tutto l’arco dei giri.
Nel 1995, la M3 E36 fu oggetto di un profondo intervento motoristico, consistente nell’adozione del nuovo motore S50B32, che si differenziava dal precedente S50B30 per la cilindrata, salita a 3201 centimetri cubi e per il doppio Vanos, arrivando a 321 CV.

All’interno, l’ergonomia è curata: sedili sportivi regolabili in 12 posizioni (pure troppe), materiali di qualità, e una strumentazione chiara. Lo spazio per i passeggeri posteriori è sorprendente per una coupé, e il bagagliaio è più pratico di quanto ci si aspetti. Anche la cura per i dettagli si nota nel vano motore, ordinato e rifinito, con il celebre coperchio “BMW M Power” a fare bella mostra di sé.
Esteticamente, l’M3 E36 è più sobria rispetto alla generazione precedente. E quindi non ci sono le esagerazioni da giovanotto con la passione delle sgommate, ma linee pulite, paraurti specifici, cerchi dedicati e loghi M ben dosati.

Alla guida, questa M3 anni Novanta tanta sostanza è una delle rare auto che riesce a trasformare dati tecnici impressionanti in sensazioni autentiche. Era veloce, reattiva e raffinata, una vera sportiva “intelligente”, capace di emozionare senza compromettere l’utilizzo quotidiano. Nel 2000 arrivò l’erede, la mitica E46, ma questa è un’altra (grandiosa) storia.