Più l’auto elettrica è europea, e più forte il bonus ecologico della Francia; invece, più ha componenti cinesi, meno incentivo statale: questo il criterio di Parigi. Sta tutto scritto sulla Gazzetta Ufficiale transalpina. Dov’è stato pubblicato un decreto ministeriale che rivede i criteri del punteggio ambientale. No a sconti statali a veicoli fabbricati tramite kit di assemblaggio in Europa. Quindi un meccanismo più severo di ieri.
L’Unione europea osserva con estremo interesse
Dopo il flop dei bonus statali, in parallelo al fallimento dell’auto elettrica in Europa, l’Ue vuole piazzare ecoincentivi paneuropei. Solo a favore delle Case del Vecchio Continente. Ecco perché studia e osserva i bonus écologique a favore delle auto elettriche in Francia. Qui, l’agenzia preposta, l’Ademe, tiene conto del sito di fabbricazione: dove si svolgono tutte le fasi produttive (stampaggio, assemblaggio, verniciatura, montaggio). Nessun peso, nessun bonus, per il sito di assemblaggio. Si evita che i pezzi cinesi vengano messi assieme in Francia per ottenere agevolazioni.

Idea di Macron
È stato il presidente francese, Emmanuel Macron, a spingere in questa direzione. Lo stesso che ha pressato l’Ue affinché piazzasse dazi anti elettriche Made in China. Si esaminano le emissioni di anidride carbonica lungo tutto il ciclo di vita del mezzo: lavorazione dei materiali, processi industriali, trasporto delle vetture.
Leapmotor (Stellantis) senza bonus, più altri mille marchi
Per esempio, Leapmotor T03 esce dalla fabbrica polacca di Tychy (Stellantis), ma non vede un euro da parte dei cugini d’Oltralpe. Chery vuole produrre i suoi modelli a Barcellona tramite kit: stesso discorso, nessun bonus. Comunque, la legge non fa nessun riferimento ai cinesi, non è necessario, tutto implicito. Zero incentivi alle europee elettriche Made in China: Dacia Spring, Smart, Volvo EX30, Polestar, Mini full electric, Cuora Tavascan, Tesla Model 3, MG4.