BYD tenta l’assalto in Messico, gli Stati Uniti non si fidano e stoppano tutto

Il Messico puntava a diventare un hub strategico di BYD per la produzione di veicoli elettrici destinati a Nord e Sud America.
byd shark in messico byd shark in messico

Il gigante cinese dell’auto elettrica BYD ha deciso di mettere in pausa i suoi piani per l’apertura di un grande impianto produttivo in Messico, citando incertezze legate al “clima geopolitico globale” e alle attuali politiche commerciali degli Stati Uniti, aggravate dalla prospettiva di un (ancora) lungo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca.

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L’annuncio è arrivato direttamente da Stella Li, vicepresidente esecutivo di BYD, durante un evento in Brasile per celebrare l’apertura del primo stabilimento dell’azienda fuori dall’Asia. In un’intervista rilasciata a Bloomberg, Li ha evidenziato come “le tensioni geopolitiche influiscano profondamente sull’intero settore automotive”, motivo per cui BYD ha scelto di posticipare qualsiasi nuovo investimento nell’area, in attesa di maggiore stabilità politica.

BYD stella li
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Il progetto messicano, inizialmente previsto per essere avviato entro la fine del 2025, avrebbe dovuto generare 150.000 veicoli l’anno e creare oltre 10.000 posti di lavoro. Secondo il quotidiano El Economista, tra le aree prese in considerazione figurava Jalisco, dove i rappresentanti BYD avevano già effettuato sopralluoghi. Tuttavia, lo scenario internazionale si è fatto più complicato.

Le crescenti tensioni tra States e Cina, con accuse formali da parte della Commissione per il Commercio Internazionale americana secondo cui i produttori cinesi starebbero sfruttando il Messico per eludere i dazi doganali statunitensi, hanno generato maggiore vigilanza e restrizioni. Secondo il Financial Times, anche il Ministero del Commercio cinese ha frenato sull’iniziativa, per timore che la tecnologia impiegata potesse finire sotto la lente delle autorità statunitensi.

BYD, nel frattempo, ha sospeso l’esplorazione del sito già alla fine del 2024, scegliendo di attendere gli sviluppi del ciclo elettorale americano. In questo contesto, il mercato messicano delle auto mostra segnali di debolezza. Secondo i dati dell’INEGI, a giugno le vendite sono calate del 5,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, registrando il terzo mese consecutivo di contrazione. Tra i colossi, General Motors ha visto le vendite crollare del 12%, mentre Nissan ha mantenuto una crescita piatta. Marchi cinesi come Chirey e Jetour hanno smesso di rendere pubblici i dati, segnale di un possibile ridimensionamento o di un ritiro tattico. Anche Tesla ha fatto marcia indietro: a luglio 2024 Elon Musk ha sospeso il piano da 5 miliardi di dollari per una Gigafactory a Monterrey.

BYD guatemala
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A differenza di Tesla, BYD non ha mai formalizzato alcun accordo con il governo messicano, secondo quanto confermato dalla presidente Claudia Sheinbaum. Il Messico puntava a diventare un hub strategico per la produzione di veicoli elettrici destinati a Nord e Sud America, con oltre 20 stati locali che avevano avanzato proposte per ospitare lo stabilimento. Ma la decisione di BYD, per quanto definita “temporanea”, mette in discussione questa visione industriale.

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