Chi ha un’auto diesel fa felice il fisco nel 2026: i miliardi di accise in più

Dal 1° gennaio, l’aliquota di accisa sulla benzina è ridotta di 4,05 cent €/litro e l’aliquota di accisa sul gasolio aumentata di 4,05 cent €/litro: il fisco incassa 550 milioni di euro nel solo 2026.
Chi ha un’auto diesel farà felice il fisco nel 2026 Chi ha un’auto diesel farà felice il fisco nel 2026

Col disegno legge Bilancio 2026, sono dolori per chi ha un’auto diesel. Dal 1° gennaio dell’anno prossimo, l’aliquota di accisa sulla benzina è ridotta di 4,05 cent €/litro e l’aliquota di accisa sul gasolio impiegato come carburante aumentata di 4,05 cent €/litro. Le aliquote rideterminate risultano pari a 67,29 cent €/litro (672,9 euro/mille litri) sia per la benzina sia per il gasolio. Per il fisco 550 milioni di euro nel 2026, quasi 2,6 miliardi complessivamente fino al 2033. Perché in Italia si viaggia molto di più e si consuma molto di più coi mezzi diesel che coi veicoli a benzina. 

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Soldi comodi, facili, immediati, sicuri. Denaro che non va riscosso perché si paga tutto e subito alla pompa: accisa più IVA 22%. In Italia poi si viaggia da questo punto di vista a livelli quasi da record in Europa.

Relazione tecnica su accise diesel e benzina

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Lo dice la relazione tecnica su accise diesel e benzina che accompagna il disegno legge Bilancio 2026. La stima degli effetti finanziari della disposizione è stata elaborata a partire dai più recenti dati di consumo di gasolio motori e benzina pubblicati dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nella sezione “Statistiche energetiche e minerarie – Consumi petroliferi”. I consumi, originariamente espressi in tonnellate, sono stati convertiti in litri. La stima incorpora l’elasticità della domanda rispetto al prezzo alla pompa, tenendo conto della variazione dei consumi all’aumentare o al ridursi dell’aliquota di accisa. 

C’è rigidità della domanda di prodotti energetici nel breve periodo, e aumenta ogni anno, convergendo linearmente verso un valore di lungo periodo più elevato. Per quanto riguarda la componente di prezzo alla pompa legata all’evoluzione del prezzo industriale, ci si basa sulle proiezioni di breve termine sull’andamento del prezzo del petrolio indicate nel Commodity Market Outlook pubblicato dalla Banca mondiale ad aprile 2025. Sono presi in esame anche gli effetti sull’IVA dovuta sull’accisa e la deducibilità dell’accisa dalle imposte dirette. 

Chi ha un’auto diesel farà felice il fisco nel 2026

Cosa può cambiare

È una proiezione. Poi se arrivano strane leggi europee è un altro conto: magari il ban diesel totale o cose del genere. Non si considerano eventuali cambiamenti nelle abitudini dei consumatori indotti da altre politiche economiche e ambientali che dovessero entrare in vigore nel periodo analizzato. Ossia politiche di restrizione alla vendita o alla circolazione di auto con motore a combustione interna (incluse le limitazioni alla circolazione a livello locale), nonché incentivi all’acquisto di veicoli ad alimentazione alternativa. 

Palla al Parlamento

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È il Parlamento che decide alla fine sulla Manovra 2026 passata dal governo. Vedremo se e cosa ne uscirà. Restando così la situazione, saranno dolori per chi ha un’auto diesel. Inoltre, il brutto è che le regole cambiano d’improvviso. Sino a ieri, non c’era in ballo l’allineamento delle accise tutto d’un colpo. Quindi l’acquirente non è preparato. Si scende in campo per giocare una partita con determinate regole, che però poi mutano d’incanto durante lo stesso match. Se si considera che gli italiani – privati e imprese anche col noleggio a lungo termine – adorano le macchine a gasolio, le tasse sul carburante fanno piangere lacrime amare.