Batosta a chi ha un’auto diesel: legnata accise 1 gennaio 2026 come la benzina

Stangata per chi possiede un’auto diesel: le accise sul gasolio schizzeranno in alto fino a raggiungere la benzina.
Batosta a chi ha un’auto diesel Batosta a chi ha un’auto diesel

Il governo Meloni ha deciso: batosta a chi ha un’auto diesel, con legnata accise 1 gennaio 2026 come la benzina. Non ci sarà il progressivo allineamento in cinque anni, per il 2030, a differenza di quanto stabilito l’esecutivo scorso marzo: le accise su benzina e gasolio saranno allineate da subito, all’inizio del 2026, rischiando di far costare addirittura il diesel più della verde. Ora, il disegno legge Bilancio 2026 passa al Parlamento, che decide entro fine 2025.

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Batosta a chi ha un’auto diesel: legnata accise, retromarcia

A decorrere dal 1° gennaio 2026 dice il disegno legge. Lo si legge all’articolo 30 del testo: “Sono applicate una riduzione dell’accisa sulle benzine nella misura di 4,05 centesimi di euro per litro e un aumento, nella medesima misura, dell’accisa applicata al gasolio impiegato come carburante”. Una retromarcia clamorosa.

Come cambiano le cose, gasolio più caro alla pompa

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Il ministero dell’Economia stava lavorando da tempo al progetto di progressivo allineamento, stabilendo che dall’inizio del prossimo anno l’imposta sia la stessa per i due carburanti: 672,90 euro per mille litri. Ora abbiamo 1,699 €/l per la benzina e 1,625 €/l per il diesel. La benzina scenderebbe a 1,649 €/l e il gasolio salirebbe a 1,675 €/l: sorpasso clamoroso. Se fai il pieno di 40 litri oggi paghi 65 euro di diesel. Il 1° gennaio 2026, paghi 67 euro. Per la benzina diminuirebbe da 67,96 a 65,96 euro.

Lo vuole l’Unione Europea

Il diesel è stato a lungo favorito da una tassazione inferiore, giustificata in passato dal suo ampio utilizzo nel settore dei trasporti e dell’agricoltura, considerati strategici. Tuttavia, il gasolio è noto per le sue maggiori emissioni di particolato e ossidi di azoto, dannosi per la salute nelle aree urbane. L’Unione Europea spinge da tempo per disincentivare l’uso dei carburanti fossili più inquinanti, e l’aumento delle accise si spiega così. L’obiettivo a lungo termine è di orientare i consumatori e il parco auto verso veicoli meno impattanti, picchiando duro contro i Sad, Sussidi ambientalmente dannosi.

batosta diesel

Automobilista bancomat

L’impatto maggiore è atteso per le famiglie con veicoli diesel più vecchi e per l’intero settore dell’autotrasporto e della logistica, che in Italia si basa sul gasolio. Poca roba a benzina. Un aumento di circa 4 centesimi di euro per litro, che si traduce in un rincaro di 2 euro per un pieno medio da 50 litri grosso modo, va moltiplicato per i volumi consumati dal settore dei trasporti. È un bel malloppo. Tali costi rischiano di essere inevitabilmente scaricati sui prezzi finali delle merci, alimentando la catena dell’inflazione, in un Paese dove oltre l’85% delle merci viaggia su gomma. Le associazioni di categoria hanno già espresso preoccupazione, chiedendo misure compensative: crediti d’imposta o incentivi specifici per l’acquisto di veicoli commerciali a basso impatto ambientale. Ma per i privati restano solo i dolori.

Diesel superstar in Italia

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D’altronde, gli automobilisti italiani privati e le aziende adorano il diesel sia nuovo sia usato. Fra le seconda mano, è la scelta primaria: macchina comoda e pratica che fa spendere poco. Quindi, si va a colpire una montagna di guidatori, andando a colpo sicuro, senza fatica.