L’Alfa Romeo ha recentemente festeggiato i suoi 115 anni con un nuovo logo. Ma al Biscione serve molto più di questo per riprendere colore e identità. La casa automobilistica, ultimamente, sembra prigioniera del caos Stellantis, che, nonostante un cambio di leadership con Antonio Filosa al timone, resta a un bivio pericoloso.
Il focus di Stellantis si è spostato recentemente sui marchi americani lasciando Alfa Romeo a cavarsela da sola con un budget forse risicato. Le attuali Giulia e Stelvio verranno tenute in vita per “un altro paio d’anni” e il marchio ha addirittura abbandonato i piani di produrre veicoli più grandi, una mossa che avrebbe potuto aiutarla a ritrovare un po’ di stabilità in Nord America. Finché durerà il successo inaspettato della nuova Alfa Romeo Junior (il modello base), l’azienda sembra destinata ad arrangiarsi con ciò che ha.
Se ad Arese hanno bisogno di idee a costo zero, l’artista virtuale Theottle ha deciso di espandere la gamma e ha immaginato un revival moderno della Giulietta, la berlina compatta uscita di scena nel 2020. L’idea è semplice e, per qualcuno, anche geniale. Si tratta di fondere lo stile affilato e aggiornato della Tonale rinnovata con le proporzioni eleganti di una hatchback moderna come la Mazda 3.

Per l’artista dei pixel, alla Tonale bastava il DNA più compatto a cinque porte per apparire magicamente più bella. Ma, oltre i sogni, non ci aspettiamo che Alfa Romeo riproponga la Giulietta a breve. Il brand ha aderito alla filosofia che privilegia solo crossover e SUV.

Le risorse superstiti saranno concentrate sullo sviluppo delle prossime generazioni di Stelvio e Giulia. Il loro lancio è stato strategicamente posticipato dopo che il nuovo management ha saggiamente deciso di non perseguire uno stile di vita esclusivamente elettrico. Le nuove ammiraglie potranno ora nascere sulle piattaforme STLA multi-energia e utilizzare nuovi propulsori, soprattutti quelli che hanno già fatto la loro comparsa sulle ultime Jeep in America. Un ripiego un po’ doloroso, dobbiamo ammetterlo.
 
			 
				 
				
 
						 
					 
										 
										 
										 
										 
										