La presunta rinascita di Alfa Romeo si starebbe rivelando una lenta e dolorosa ritirata, una condizione prolungata che né l’investimento miliardario nella piattaforma Giorgio né i buoni intenti di FCA prima, e Stellantis poi, sono riusciti a mettere sui giusti binari.
Dieci anni dopo il lancio, le ammiraglie Giulia e Stelvio sono ancora in vendita e, in un atto di pura perseveranza (o disperazione), rimarranno sul mercato fino al 2027. Le sostituzioni sono in ritardo, ma il paradosso più grande è che, a quanto pare, il ritardo è dovuto alla frettolosa aggiunta di motori a benzina a progetti originariamente concepiti per l’elettrificazione.

Questo repentino reinserimento dei motori a combustione interna nella prossima generazione di Giulia e Stelvio è solo l’ultima delle decisioni che contraddicono la precedente strategia di Alfa Romeo. Il marchio si era solennemente impegnato a passare completamente all’elettrico entro la fine del decennio, ma come spesso accade nel settore, il piano è finito ìa pezzi. Allo stesso modo, sono accantonati i piani per un grande SUV elettrico specificamente pensato per il cruciale mercato statunitense. L’ex CEO Jean-Philippe Imparato aveva promesso un grande SUV elettrico nel 2027 ma l’attuale capo, Santo Ficili sembra vederla diversamente.
Il numero uno di Alfa Romeo ha cinicamente dichiarato che “le auto di grandi dimensioni non sono il territorio del marchio”. E meno male, visto come vanno le grandi elettriche negli States. Leggendo tra le righe la dichiarazione, però, l’unico grande SUV futuro sarà il prossimo Stelvio. Questo utilizzerà la versatile piattaforma STLA Large di Stellantis, progettata per veicoli lunghi fino a ben 5,12 metri, e Alfa Romeo forse non ne sfrutterà appieno il potenziale.
Il ridimensionamento non è necessariamente una cattiva notizia, ma è la prova che la casa italiana ha finalmente ammesso di non voler più competere con i prodotti di fascia alta dei colossi tedeschi. Forse è meglio concentrarsi su una gamma più gestibile e espandersi solo in un secondo momento, piuttosto che disperdere risorse su troppi progetti contemporaneamente.

Non sono solo Giulia e Stelvio a essere in difficoltà nei numeri di vendita. Anche la Tonale non se la passa bene, tanto che la sua produzione è stata brevemente interrotta prima del restyling per allinearla a una domanda debole, un segnale che suona come una campana a morto. E la situazione non fa che peggiorare osservando l’impero Stellantis: Alfa Romeo è solo uno dei tanti marchi sottoperformanti, affiancato da una Lancia in declino con una Ypsilon molto deludente, una DS Automobiles in difficoltà e una Chrysler americana ridotta al solo e invecchiato modello Pacifica.