Nonostante un 2024 da dimenticare, che ha visto la produzione di autovetture in Italia crollare a sole 283.000 unità (il dato più basso degli ultimi 70 anni, per chi ama le statistiche deprimenti), Stellantis tenta di chiudere l’anno, quest’ultimo, in modo positivo, almeno sul fronte degli impegni economici.
L’Ad Antonio Filosa ha annunciato che l’azienda chiuderà il 2025 con acquisti da fornitori italiani per un valore di sette miliardi di euro, superando l’impegno di sei miliardi preso l’anno scorso. L’impegno, parte di un piano più ampio che include due miliardi di investimenti diretti nel Paese, è un segnale che Filosa spera possa portare a una ripresa della produzione in Italia l’anno prossimo.

Filosa, che ha assunto l’incarico a giugno, non ha nascosto che è stato “un anno difficile”, ma ha definito questi sette miliardi di acquisti come “un primo passo” verso lo sviluppo locale e l’aumento dei volumi. La crescita e la competitività, però, lo sappiamo, dipendono da una variabile esterna e assai capricciosa, ovvero la revisione delle norme sulle emissioni dell’Unione Europea, la cui decisione chiave a Bruxelles è attesa il 16 dicembre.
Filosa è categorico. Per lui questa decisione avrà un impatto “sull’industria automobilistica nei prossimi 10, 15, 20 anni”. Il CEO di Stellantis ha espresso anche pieno sostegno all’appello del Cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha fatto pressioni a Bruxelles affinché conceda esenzioni per i veicoli ibridi plug-in e i motori a combustione interna ad alta efficienza oltre il fatidico 2035, data che, appunto, attualmente vieta di fatto la vendita di nuovi motori termici.

Le case automobilistiche hanno bisogno di maggiore flessibilità per contrastare la lenta diffusione dei veicoli elettrici e la forte concorrenza della Cina. Il Presidente di Stellantis, John Elkann, aveva anche avvertito che, senza regole più flessibili, l’industria automobilistica europea rischia un “declino irreversibile”.
