Cosa succede a MA France, componenti auto per Stellantis

Ippolito Visconti Autore News Auto
Addio in Francia a una fabbrica di componentistica per auto: lo stabilimento della MA France a Seine-Saint-Denis, Parigi.
MA France

Addio in Francia a una fabbrica di componentistica per auto: lo stabilimento della MA France a Seine-Saint-Denis, Parigi. Che per il 90% forniva prodotti a Stellantis. Il tribunale fallimentare di Bobigny ha messo in liquidazione coatta amministrativa l’azienda. Motivo: la crisi causata dal calo delle commesse da parte di Stellantis. È l’ennesimo caso, dopo Marelli ad Argentan e altre aziende in diverse località. Siccome MA France impiegava 280 persone con contratto a tempo indeterminato e da 135 circa a tempo determinato, adesso che si fa? Come reintegrarle e dove? Con quali competenze? Per il termico puro, l’elettrico al 100% o l’ibrido?

MA France

MA France caos

Abbiamo un primo problema: tensioni tra Stellantis e un suo importante fornitore italiano, ossia CLN. MA France è di proprietà della CLN,  gruppo piemontese da 7 mila dipendenti e un miliardo di euro di ricavi (lavorazione di lamiere e altri elementi in metallo per le auto). CLN ha reso noto a Stellantis, in sintesi: siccome i costi di produzione schizzano in alto, sarebbe opportuna una una rivalutazione dei prezzi del 12%. Ma c’è il no del gruppo euro-americano. Di qui un secondo guaio: proteste dei lavoratori di MA France negli stabilimenti Stellantis di Poissy e Hordain (Francia) e Luton (Inghilterra). C’è aria di burrasca, e questo non giova a nessuno. 

Auto elettrica e occupazione: c’è tanta paura

Al di là di MA France, gli esperti si dividono per tutte le aziende del mondo, specie quelle Ue dove i politici da anni spingono a favore del bando termico. Da una parte qualcuno dice che l’auto elettrica lascerà inalterati i livelli occupazionali, o magari creerà nuove soluzioni di lavoro. Dall’altra c’è chi sostiene che la vettura a batteria porterà disoccupazione: dal mondo della componentistica (indotto) all’aftermarket sino alla produzione. Profetico il numero uno dell’Acea costruttori auto, Luca de Meo, un anno fa: se la transizione verso l’elettrico non sarà gestita al meglio in Europa, a rischio fino a 300 mila persone su 13 milioni di lavoratori del comparto. Per iniziare. Con ripercussioni a livello sociale.

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