Dazi sulle auto elettriche cinesi ma prezzi identici: margini di profitto spaventosi

Ippolito Visconti Autore News Auto
In arrivo il via libera della Commissione europea ai dazi sulle auto elettriche di origine cinese.
auto cinese

L’Ue sanziona le Case cinesi, così brave da fare auto elettriche belle a prezzi bassi. Evidentemente, non si può. Comunque, i due colossi SAIC (MG) e BYD promettono che le loro full electric, almeno all’inizio, costeranno come ieri in Italia e Francia: nessun sovrapprezzo da tasse europee per i dazi. Questo significa che le Case orientali hanno margini di profitto giganteschi. Un conto sono i mega dazi del 100% Usa, un altro i dazi del 10% più l’extra imposta del 35% dell’Ue, come quella a carico di SAIC. I costruttori asiatici possono contare su ricavi così alti che non temono le nostre barriere. Bruxelles poteva seguire l’esempio yankee: in alternativa, sarebbe stato meglio non imporre tasse aggirabili.

Quale impatto i dazi provvisori

L’impatto dei dazi Ue su veicoli elettrici cinesi non è stato univoco, secondo l’analisi realizzata da T&E sul database EV-Volumes. Sin qui, MG ha registrato il più grande calo di sempre nella quota di mercato BEV in Europa, passando dal 4,1% nell’agosto 2023 al 2,4% nell’agosto 2024. BYD ha continuato a espandere la sua quota, dall’1,6% dell’agosto 2023 al 2,9%. Geely dall’1,3% al 2%.

auto cinese

Controdazi che fanno ridere la Cina e piangere l’Europa

Noi non possiamo fare a meno dell’auto, vista la condizione pietosa dei mezzi pubblici, limitati e limitanti. La Cina metterà dazi su liquori e latticini europei: ossia su beni ai quali si rinuncia tranquillamente. Anche sotto questo aspetto, il Dragone ci mangia vivi.

Il suicidio della Germania

I Verdi tedeschi hanno voluto il full electric e il bando termico 2035, più i dazi. Ora, il governo germanico fa marcia indietro: non vuole i dazi. Che minacciano le premium del Paese vendute in Cina. Il rifiuto del cancelliere tedesco Olaf Scholz di imporre tariffe sui veicoli elettrici orientali non è riuscito a impedire agli altri membri di votare a favore. Dopo 16 anni di Merkel, quando l’industria tedesca era in piena espansione e la cancelliera teneva unita l’Unione europea, sottomettendo i componenti, una coalizione tripartita frazionata sovrintende a un’economia destinata a un secondo anno di contrazione. E dà priorità alla linea sinistroide per proseguire nel suicidio. A Bruxelles, i diplomatici si sono irritati per le lotte intestine nella coalizione tripartita tedesca. “Questa divisione tra la Germania e il resto dell’Ue compromette una parte importante dell’iniziativa della Commissione: dimostrare un fronte unito contro la pressione straniera sui singoli paesi”, hanno scritto gli analisti di Eurointelligence. La Federazione delle industrie tedesche (BDI) ha assunto una posizione sfumata, affermando che i colloqui dovrebbero continuare ma che in generale ha sostenuto la protezione commerciale se fossero state soddisfatte le condizioni.

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