Dazi Ue auto elettriche cinesi: la Germania esce allo scoperto

Ippolito Visconti Autore News Auto
Finalmente Berlino si espone con un secco no.
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Nein: la Germania dice no ai dazi auto elettriche cinesi. Lo riferisce la Reuters che ha raccolto indiscrezioni. Berlino si è astenuta in un primo voto non vincolante a luglio 2024 sulla proposta della Commissione europea di imporre le tasse alle vetture Made in China ed esportate nel Vecchio Continente, ma da allora l’industria ha fatto pressione sul cancelliere tedesco Olaf Scholz affinché votasse contro. BMW, Mercedes e VW (Audi e Porsche) vendono tantissime premium a benzina nel Paese del Dragone: se questo piazza controdazi sulle tedesche, è una sciagura. IG Metall, il potente sindacato tedesco, e i rappresentanti dei dipendenti dei principali produttori di automobili della nazione hanno affermato che la Germania deve votare contro i dazi. In più, c’è la minaccia di ritorsione su prodotti di vario genere che arrivano dalla terra teutonica. Pechino è andata in pressione sul governo germanico, e anche questo ha un peso.

Cosa accade ai dazi

C’è solo un modo per bloccare i dazi. Serve il no di una maggioranza qualificata di 15 membri, che rappresentino il 65% della popolazione. Come siamo messi? Francia, Grecia, Italia e Polonia voteranno a favore il 5 ottobre 2024, il che sarebbe sufficiente per far passare le misure commerciali di più alto profilo Ue. Ma occhio perché il no tedesco può far vacillare Grecia e Polonia. Per non dire di tutto il Nord Europa che storicamente va appresso alla cancelleria germanica. In quanto al nostro Paese, allineato all’Ue e votando sì, difficilmente vedrà una Casa cinese costruire auto nello Stivale.

Infatti, la Spagna vota no sperando che SAIC (MG) apra un sito in terra iberica che porti lavoro diretto e crei indotto. La cinese Chery Automobile ha in programma di costruire la sua Omoda 5 EV in un ex stabilimento Nissan a Barcellona, ​​ma ha posticipato la data di inizio della produzione di 12 mesi, a ottobre 2025, mentre valuta l’impatto dei dazi.

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Di dimostrato non c’è un bel nulla

Un portavoce del governo tedesco ha rifiutato di commentare. La Commissione afferma che i dazi sono necessari: contrastano prestiti a basso costo, terreni e materie prime e altri sussidi di Pechino alle Case. Questo lo dice Bruxelles, in base a proprie indagini. Il Partito Comunista Cinese nega. Se è per questo, allora anche la Cina sostiene che l’Europa aiuti troppo determinati settori industriali: quindi, pensa a controdazi. Il Dragone è in mezzo a due fuochi: gli Usa hanno già fissato dazi del 100% sulle vetture cinesi. E ostacolano vari prodotti dell’ex Celeste Impero. Tutte da valutare le contromosse orientali: in particolare, bloccare l’export di componenti chiave per fare le full electric, batterie efficienti incluse.

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