Dieselgate, bufera senza fine: anche un tribunale olandese contro Stellantis

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Il Dieselgate torna a scuotere il settore automobilistico europeo, e questa volta (per la verità, di nuovo dopo il caso francese) nel mirino finisce Stellantis, uno dei gruppi più importanti dell’automotive mondiale.

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Secondo quanto riportato da Reuters, un tribunale dei Paesi Bassi ha emesso un verdetto preliminare che accusa apertamente alcuni marchi oggi appartenenti al gruppo italo-franco-americano di aver commercializzato auto diesel equipaggiate con software di manipolazione delle emissioni. I marchi coinvolti sono Opel, Peugeot, Citroen e DS, com’è noto, tutti da diversi anni sotto il controllo Stellantis.

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L’inchiesta olandese nasce da una class action promossa da tre organizzazioni, che hanno puntato il dito contro le pratiche adottate dai costruttori facenti parte Stellantis dal 2021, ma tra il 2009 e il 2015. Il giudice ha evidenziato che, in particolare a partire dal 2014, molte delle vetture vendute utilizzavano un sistema capace di alterare artificialmente i valori di ossido di azoto (NOx) durante i test di omologazione. Nel caso di Opel, le anomalie risalirebbero addirittura al 2009.

Nonostante la gravità delle accuse, il tribunale non si è ancora espresso sull’eventuale risarcimento da riconoscere ai consumatori. Tuttavia, le dichiarazioni sono state sufficienti a far suonare un nuovo campanello d’allarme sull’infinita coda giudiziaria dello scandalo emissioni. Stellantis, da parte sua, ha respinto ogni accusa, sottolineando che i veicoli in questione erano e rimangono pienamente conformi alle normative ambientali vigenti al momento della vendita. Il colosso automobilistico ha inoltre dichiarato di star valutando “le contromisure più adeguate” per tutelare la propria immagine e i propri interessi legali.

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Secondo l’azienda, le conclusioni del tribunale olandese sarebbero provvisorie e non supportate da una piena valutazione tecnica. Ma per i giudici dei Paesi Bassi, il quadro è già sufficientemente chiaro: i software installati erano progettati per ingannare i test sulle emissioni, un comportamento che ricade nella categoria delle pratiche scorrette. Lo sviluppo di questa vicenda è tutto da seguire. Intanto, il Dieselgate si conferma come uno scandalo senza fine, capace di riemergere a distanza di anni, coinvolgendo anche attori che fino a oggi sembravano marginali nella vicenda.

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